Volete stare dalla parte della criminalità”: bufera sulle parole di Balboni contro il Pd
Scontro infuocato a Palazzo Madama sul Decreto Sicurezza: il governo pone la fiducia, le opposizioni occupano l’Aula. Meloni: “Tutela dei cittadini, non repressione”
Via libera blindato al decreto: il governo impone la fiducia
Con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un solo astenuto, il Senato ha rinnovato la fiducia al governo Meloni approvando in via definitiva il disegno di legge per la conversione del Decreto Sicurezza. A chiedere il voto di fiducia è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, in un clima infuocato per le proteste incessanti delle opposizioni che hanno rallentato il dibattito.
La premier Giorgia Meloni ha rivendicato l’impianto del provvedimento, definendolo “un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini, delle fasce più vulnerabili e delle Forze dell’Ordine”. Tra le misure approvate, il giro di vite contro le occupazioni abusive, l’accelerazione degli sgomberi, pene più severe per le truffe agli anziani, e nuovi strumenti per le forze di polizia.
Piantedosi: “Libertà non è devastare vetrine”
A difendere la linea dura è intervenuto anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha risposto alle accuse dell’opposizione su un presunto attacco ai diritti fondamentali. “Non c’è nessuna penalizzazione della libertà di manifestazione – ha detto – a meno che non si intenda come libertà anche incendiare auto, devastare vetrine o aggredire agenti”. Un messaggio chiaro rivolto a chi accusa il decreto di “fascismo strisciante”.
Nonostante le rassicurazioni, il coro delle opposizioni è stato compatto. Dalla sinistra al M5S, passando per Avs e Pd, tutti hanno parlato apertamente di “decreto Repressione”, criticandone la natura liberticida e la funzione “propagandistica”.
Sit-in in Aula, slogan e proteste: l’opposizione si ribella
Il clima si è infuocato definitivamente in Aula, dove le opposizioni hanno inscenato un sit-in plateale. I senatori di Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra si sono seduti al centro dell’emiciclo di Palazzo Madama, voltando le spalle al governo. La protesta è esplosa al grido di “vergogna”, emulando le manifestazioni degli attivisti di Ultima Generazione.
A infiammare ulteriormente l’Aula, la decisione del governo di blindare l’iter: nessun esame degli oltre 900 emendamenti presentati. “Non c’è emergenza di ordine pubblico – ha attaccato Enza Rando (Pd) – ma solo la volontà di alimentare la paura. La sicurezza si costruisce con welfare, lavoro e sanità pubblica, non con i manganelli”.
Destra compatta, centro critico: Calenda boccia la protesta scenica
Il leader di Azione, Carlo Calenda, pur criticando il decreto, ha lanciato un monito alle opposizioni: “State facendo il più grande favore alla destra con questo atteggiamento. Serve un’opposizione di merito, non teatrini”.
Nel frattempo, la maggioranza ha replicato alle accuse. La senatrice Nicoletta Spelegatti (Lega) ha parlato di “teatro dell’assurdo”, mentre Alberto Balboni (FdI) ha scatenato l’ira dei banchi avversari affermando: “Capisco che vogliate stare dalla parte della criminalità”. Le parole del senatore hanno provocato un tafferuglio in Aula, con i parlamentari Pd e M5S che hanno abbandonato i propri scranni per dirigersi verso i banchi della maggioranza.