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Kaja Kallas avverte l’Ue: “L’Europa si deve preparare alla guerra prima che sia troppo tardi”

La rappresentante Ue Kaja Kallas spiega la strategia delle sanzioni contro la Russia: “Putin capisce solo la forza, non gli appelli morali”.

Nuove sanzioni per spingere Mosca al tavolo negoziale

La guerra in Ucraina prosegue e l’Unione Europea prepara il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia, con l’obiettivo di minare le capacità economiche del Cremlino. A spiegarne le ragioni è la rappresentante per la Politica estera dell’Unione Kaja Kallas, in un’intervista rilasciata alla stampa italiana. “Mosca deve volere la pace, e non è quel che vediamo. Dicono di avere le risorse necessarie per andare avanti, ma non è così. Solo a maggio il patrimonio del fondo sovrano russo è sceso di sei miliardi di dollari, e potrebbe esaurire le risorse entro il prossimo anno. Per questo abbiamo deciso un 18° pacchetto di sanzioni nella speranza di costringere Putin al tavolo”, ha dichiarato.

Secondo Kallas, la strategia dell’Ue punta a far comprendere alla leadership russa che la guerra non è più sostenibile. “Temo che per Mosca la guerra finirà solo quando avrà chiaro di non avere alternative su un piano economico. Mosca reagisce solo alla forza, non agli slogan vuoti”, ha spiegato.

Su Trump e le spese militari: “Serve agire prima, non quando è tardi”

Nel dialogo con la stampa, Kallas ha toccato anche il tema del possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e dei rapporti tra il tycoon e Vladimir Putin: “Quando Trump ha iniziato il suo mandato ci è stato detto che non si sarebbe mostrato troppo paziente con le astuzie di Putin. Spero accada, perché è evidente che sta cercando di prendersi gioco dell’Occidente”.

Quanto alle sanzioni, la rappresentante estone ha confermato la volontà di trovare un’intesa unanime tra i 27 Paesi membri, pur lasciando aperta la possibilità di soluzioni alternative: “Stiamo lavorando per avere il consenso di tutti. Procedere a maggioranza? In teoria non possiamo, ma se necessario saremo creativi, abbiamo gli strumenti per farlo. Ma siamo convinti di poter ottenere 27 sì”.

Sulla questione della spesa militare in Europa, Kallas ha invitato a guardare oltre i numeri. “Non mi focalizzerei troppo sui numeri, bensì su ciò che può rendere l’aumento di spesa efficace: cosa fare con questi soldi. La spesa va aumentata in tempi di pace, diversamente sarà sempre troppo tardi”.

Ha poi ricordato un episodio storico significativo per la sua nazione, l’Estonia: “Nel 1933 l’Estonia era neutrale, non sentiva il bisogno di spendere nulla o quasi in difesa. Cinque anni dopo, quando si capì che il mondo sarebbe entrato in guerra, la spesa aumentò del 100% ma era troppo tardi. Non era più possibile acquistare nulla, e perdemmo la nostra indipendenza”.