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Luxuria accusa Meloni: “Amica dei bulli che vietano il Pride. Il silenzio è complicità”

Dal palco del Roma Pride, Vladimir Luxuria attacca il governo: “Nel 2025 il Pride è reato a Budapest. E l’Italia resta in silenzio”

Luxuria al Pride 2025: “Meloni amica di chi trasforma il Pride in un crimine”

Nel corso del Roma Pride 2025, Vladimir Luxuria ha rivolto parole dure alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, criticando il suo legame politico con il premier ungherese Viktor Orban e il silenzio del governo italiano di fronte alle recenti scelte del governo di Budapest.

«La nostra presidente del Consiglio Giorgia Meloni è molto amica di quei bulli che sono al potere e che spesso fanno politiche omofobe, ma soprattutto transfobe», ha dichiarato Luxuria parlando con i giornalisti presenti. Il riferimento diretto è al divieto imposto al Budapest Pride, che secondo quanto riportato sarebbe considerato un reato a partire dal 28 giugno 2025.

“Nel cuore dell’Europa, oggi il Pride è un crimine”

Luxuria ha voluto sottolineare la gravità del gesto: «Nel cuore dell’Europa, non in una nazione sperduta, non cento anni fa, ma nel 2025, il prossimo 28 giugno, il Pride a Budapest è un reato. È un crimine. E mi scandalizza che quando avevamo Draghi, che peraltro era un tecnico, prese posizione e condannò Orban. Adesso il silenzio assoluto».

Per l’attivista e volto noto della comunità LGBTQ+, l’assenza di una presa di posizione pubblica da parte dell’esecutivo italiano equivale a una legittimazione implicita di quanto accade in Ungheria. «Chi tace acconsente», ha ribadito Luxuria. E ha aggiunto: «Qui non stiamo parlando solo di vietare il Pride, stiamo parlando di vietare una manifestazione. E quando si è silenti davanti alla libera manifestazione del pensiero si è complici di qualcosa che si chiama fascismo».

Un allarme che va oltre i confini nazionali

L’intervento di Vladimir Luxuria si inserisce in un contesto politico europeo sempre più polarizzato, dove la libertà di espressione delle minoranze, in particolare della comunità LGBTQ+, è oggetto di scontro. Il Pride, da sempre simbolo di inclusione e visibilità, viene visto da Luxuria come un barometro della tenuta democratica dei Paesi europei.

Nel suo discorso, l’attivista non ha risparmiato critiche nemmeno alla stampa e alla classe politica italiana: «Il silenzio delle istituzioni non è mai neutrale. È sempre una scelta. E spesso è una scelta pericolosa».