Guerra Israele-Iran, Rizzo ironico: “Con Luigi Di Maio possiamo dormire sonni tranquilli?”
Il ministro della Difesa garantisce: “Nessun allarme, ma dispositivi rafforzati”. Intanto Marco Rizzo ironizza sul ruolo Ue di Luigi Di Maio nel Golfo
L’Italia e il conflitto Israele-Iran: sicurezza interna sotto stretta sorveglianza
La tensione crescente tra Israele e Iran preoccupa anche l’Europa e solleva legittime domande sulla sicurezza interna degli Stati membri. In Italia, a rassicurare l’opinione pubblica è stato oggi il ministro della Difesa Guido Crosetto, che in un’intervista al Corriere della Sera ha fatto il punto su quanto stanno facendo le autorità italiane.
“Da noi il rischio maggiore è quello di atti dimostrativi da parte di gruppi radicalizzati. Al momento, non ci sono segnali di organizzazioni specifiche con intenzioni dirette sull’Italia”, ha affermato Crosetto, sottolineando che l’intelligence italiana e le forze di polizia operano “con la massima attenzione e reattività come sempre”.
Nel concreto, ha aggiunto, “sono stati rafforzati i dispositivi di sicurezza in tutto il Paese, ma senza creare allarmismi”.
Rizzo attacca Di Maio: “Dovrebbe risolvere la guerra?”
Mentre il governo lavora sul fronte sicurezza, sui social si accende la polemica politica. L’ex segretario comunista Marco Rizzo, oggi esponente della lista Italia Sovrana e Popolare, ha attaccato duramente Luigi Di Maio, nominato rappresentante speciale dell’Unione Europea per il Golfo Persico.
In un post su Facebook, Rizzo ha scritto:
“Ma vi rendete conto che Di Maio, nominato per la seconda volta rappresentante ‘specialissimo’ per la Ue nel Golfo Persico, dovrebbe esser l’attore per sistemare la guerra tra Israele e Iran?”
Il riferimento è al ruolo che Di Maio potrebbe giocare in un’area strategica ed esplosiva come quella mediorientale, in un momento in cui il rischio di un’escalation è altissimo. Il post ha raccolto migliaia di like, tra critiche sarcastiche e preoccupazioni vere e proprie.
Crosetto: “I nostri militari non andranno mai in guerra”
Sul fronte internazionale, Crosetto ha ribadito con fermezza:
“Noi non mandiamo i nostri soldati in teatri di guerra. Mai. Li inviamo in aree dove si è stabilita una pace o durante fasi di tregua e per garantire la stabilità di quei Paesi. I nostri militari non vanno all’estero per combattere”, ha spiegato, ricordando che l’uso delle forze armate italiane è sempre vincolato ai limiti imposti dalla Costituzione.
Quanto alla spesa per la difesa, l’Italia si impegna ad allinearsi progressivamente agli obiettivi Nato, fissati al 3,5% del PIL per la difesa e all’1,5% per la sicurezza. Ma Crosetto ha precisato che “nessuno di noi pensa di raggiungerli in uno o due anni”, indicando come obiettivo il 2035, con un aumento massimo dello 0,2% annuo, per garantire sostenibilità e rispetto del bilancio statale.
Infine, sul progetto Rearm Europe, il ministro ha chiarito:
“Più che un piano definito, è un’idea che lascia agli Stati la libertà di contribuire secondo le proprie capacità”, evidenziando la volontà italiana di partecipare attivamente alla costruzione di un futuro sistema di difesa comune europeo, in linea con i valori e le strategie della Nato.