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“Io al mare, voi a leccarvi le ferite”: la replica polemica di Vannacci al comunicato di ANPI, ARCI e PD

Il Generale ed Eurodeputato Vannacci attacca ANPI, ARCI e PD con un post al vetriolo su Facebook, difendendo il diritto alla parola e ironizzando sui referendum.

La reazione del Generale: “Decidono loro chi può parlare”

Il Generale Roberto Vannacci, da poco eletto eurodeputato per la Lega, è tornato a far discutere con un nuovo post pubblicato sulla sua pagina Facebook. La sua risposta – diretta e senza filtri – arriva dopo un comunicato firmato da ANPI, ARCI e Partito Democratico, pubblicato sul sito Sanmarcoinlamis.eu, in cui si criticava la sua partecipazione a eventi pubblici.

Nel proclama congiunto, le tre sigle avevano affermato: «Perché se è vero che la democrazia impone il diritto di parola, è anche vero che non è che proprio tutti possano parlare». Una frase che ha fatto scattare la dura reazione del Generale.

Il post su Facebook: “Menefrego!”

Vannacci ha affidato la sua replica ai social, scrivendo un post dai toni apertamente polemici:
«I GUARDIANI DELLA MORALE NON SI SMENTISCONO MAI. Ecco come esordisce il proclama di ANPI-ARCI e PD: “Perché se è vero che la democrazia impone il diritto di parola, è anche vero che non è che proprio tutti possano parlare”. E quindi, loro, vorrebbero decidere chi può e chi non può parlare!»

Poi la stoccata ironica:
«Andate al mare, visto che non avete la capacità di argomentare. Io al mare – piuttosto che avallare un referendum-truffa – ci sono stato, e molti con me (e i risultati si sono visti, tanto che vi state leccando ancora le ferite). Ora tocca a voi…. Okkio al sale: brucia sulle ferite aperte! E, comunque, menefrego!»

Scontro aperto: libertà d’espressione o provocazione?

La polemica ruota attorno alla libertà di parola e alla possibilità di partecipare al dibattito pubblico anche da parte di figure controverse. Vannacci, che non è nuovo a uscite provocatorie, ribalta l’accusa sul mittente e accusa gli esponenti della sinistra e delle associazioni di voler esercitare una forma di censura ideologica.

Non è la prima volta che il Generale affronta pubblicamente oppositori e detrattori politici con tono bellicoso, facendo leva sul linguaggio diretto che lo ha contraddistinto durante tutta la campagna elettorale.