In una settimana quasi 800 casi in più. La variante Stratus (XFG) domina e il virologo avverte: serve prudenza, soprattutto per fragili e anziani.
Contagi in crescita e nuova variante
Dopo la settimana record dal 28 agosto al 3 settembre, i contagi da Covid-19 in Italia continuano a crescere. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, tra il 4 e il 10 settembre sono stati segnalati 2.824 casi, quasi 800 in più rispetto alla settimana precedente. La variante dominante è ora la Stratus (XFG), individuata per la prima volta a gennaio 2025 e inserita dall’Organizzazione mondiale della sanità tra quelle “sotto monitoraggio”. La sua diffusione ha riportato il virus a circolare con maggiore intensità, con un andamento definito “ondulante” dagli esperti. “Ormai il virus può essere considerato a uno stato endemico”, spiega il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano.
Convivenza necessaria ma non serena
“Endemico significa che è presente tra noi con fasi alterne di rialzo e discesa”, chiarisce Pregliasco, che utilizza la metafora delle “ondine” rispetto all’onda iniziale della pandemia. Ogni sei mesi circa, con l’affermarsi di una nuova variante, i casi tendono a salire di nuovo. E se il virus oggi è meno aggressivo rispetto agli esordi, non è affatto innocuo: “Ogni settimana muoiono ancora 10-11 persone. Siamo in una fase di convivenza, ma non è una convivenza serena”. I soggetti più fragili, come anziani e immunodepressi, restano i più esposti alle forme gravi. Proprio per questo, sottolinea il virologo, è necessario non abbassare la guardia e predisporre al più presto i richiami vaccinali per l’inverno, al momento ancora senza una circolare ufficiale sulle modalità di distribuzione.
Sintomi, tamponi e prospettive per l’inverno
Rispetto all’influenza, il SARS-CoV-2 continua a manifestarsi con un quadro clinico molto eterogeneo: da sintomi lievi come stanchezza e qualche linea di febbre fino a forme più impegnative. “Questo porta a una sottostima dei casi, perché solo in pochi fanno il tampone”, osserva Pregliasco. Il test resta utile per i soggetti fragili, che potrebbero accedere a terapie antivirali specifiche, e per chi rischia di contagiare persone vulnerabili. Quanto alle prospettive per i prossimi mesi, i dati provenienti dall’Australia indicano una stagione influenzale intensa. “Ci si aspetta un inverno pesante anche in Italia sul fronte delle infezioni respiratorie – conclude il virologo – con il Covid che rimane più aggressivo rispetto all’influenza e non va sottovalutato”.