A Roma manifestazione per Tsipras e contro politica UE

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Un corteo composto da 30 mila persone ha percorso il centro di Roma per dimostrare contro l’austerity imposta all’Italia dalla comunità europea.

Tanti i politici presenti, dal governatore della Puglia Nichi Vendola al segretario della Cigl Susanna Camusso per finire anche ad alcuni rappresentati del Partito Democratico come Stefano Fassina.

Molte le bandiere rosse e della Grecia che sono state sventolate durante il corteo.

Le 30 mila persone con la loro presenza a Roma hanno voluto dimostrare che anche in Italia è forte il dissenso contro la politica di Austerity che da anni viene adottata dalla comunità Europea.


Molte sono stati i manifestanti che hanno inneggiato al nuovo presidente della Grecia, Alexis Tsipras che in questi giorni sta contrattando con l’Europa un piano per allentare la morsa del pesante debito contratto dal paese ellenico con la comunità Europea.

Il corteo è partito da Piazza Indipendenza e, dopo aver percorso le vie del centro storico di Roma, ha avuto termine al Colosseo.

Alcuni manifestanti appartenenti ai centri sociali hanno lanciato delle uova contro le forze dell’ordine che presidiavano il corteo.

Il fitto lancio di uova da parte di alcuni manifestanti ha creato degli attimi di tensioni tra manifestanti e polizia ma subito gli animi si sono calmati.

Stefano Fassina, ex sottosegretario del ministero dell’economia e uno dei maggiori oppositori all’interno del Partito Democratico alla politica di Matteo Renzi ha così  illustrato i motivi del corteo: “Siamo in piazza consapevoli che il problema Grecia riguarda tutta l’Europa e anche l’Italia. Serve una conferenza europea sul debito pubblico e un serio piano di investimenti, non quello Junker”.

Susanna Camusso leader della Cgil ha avuto parole di fuoco contro la comunità europea dichiarando che la politica di austerità “ha impoverito i lavoratori, ha creato disoccupazione. Serve un’altra politica. Il governo Renzi? Non segna una discontinuità rispetto al rigore, ha scelto la strada dei licenziamenti e non quella di creare lavoro”.