Alzheimer scoperta causa malattia, possibilità di nuova cura

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Le malattie sono tante e la maggior parte con sintomi e percorsi duri, e dolorosi.

Elencarle sarebbe quasi impossibile e la speranza, ogni volta, punta sulla ricerca e sui risultati a cui questa può portare.

Per tale motivo è bene ricordare che , nei limiti in cui si può, la ricerca va sempre aiutata e finanziata.

Le malattie, dicevamo, sono tante e tutte diverse tra loro ma oggi, finalmente, uno spiraglio di luce  c’è per l’ Alzheimer.

L’Alzheimer è una malattia terribile per il malato stesso, in primis, ma anche, come d’altronde succede un po’ per tutte le malattie, per i parenti che gli stanno accanto, curandolo, confortandolo e aiutandolo a svolgere le attività quotidiane.

L’Alzheimer è una malattia che fa davvero paura perché ruba il passato e tutti i ricordi del malato, episodi, luoghi e alla fine anche i visi di chi si è amato, dei parenti più stretti, quali un figlio, un marito, ecc..

E’ certamente terribile farsi accudire da chi non si riconosce più e si vede solo come un estraneo ed è altrettanto dura accudire una persona che si è amata tanto, con cui si è condiviso un cammino importante della vita e non essere riconosciuti.


Ma oggi, finalmente dopo decenni di bui nell’ambito della cura , c’è una fiammella di speranza.

Una ricerca portata avanti dalla Duke University, negli Stati Uniti, ha scoperto che ciò che fa scoppiare la malattia sono alcune cellule che consumano in modo esagerato l’aminoacido arginina.

Da questo punto di partenza potrebbe scaturire la cura, infatti lo studio è andato avanti e non si è fermato alla scoperta dell’origine della malattia ma è arrivato fino alla cura.

Il team che ha fatto tale sorprendente quanto importantissima scoperta ha capito che serve stoppare tale consumo , usando delle cavie, ha somministrato loro un “inibitore enzimatico”, la “difluorometilornitina” (Dfmo), che ha il merito di contenere il consumo di arginina.

L’obbiettivo, dunque, è riuscire a fermare e poi curare questa malattia tanto crudele.