Uber, authority si al servizio ma si deve adeguare alla legge

Uber, il sistema di trasporto privato più all’avanguardia che ci sia, tecnologicamente parlando, è di nuovo sul mercato per la felicità di quanti lo usano regolarmente e ne traggono beneficio in termini economici, perché decisamente concorrenziale.Uber-authority-si-al-servizio-ma-si-deve-adeguare-alla-legge

La situazione è stata per alcuni tempi un po’ intricata e, se all’inizio sembrava fosse den definita, subito dopo un altro colpo di scena.

In un primo momento, dicevamo, e neanche tropo tempo fa cioè il 26 maggio il Tribunale di Milano nella persona del giudice della sezione imprese aveva stabilito con sentenza che Uber non solo fosse concorrenza sleale ma che fosse proprio senza importanza.

Contro tale sentenza Zac De Kievit, legale di Uber Europa ha proposto ricorso spiegando le sue ragioni e cioè:

“Ricordiamo che la commissione europea ha chiaramente affermato che gli stati membri dovrebbero garantire equità, proporzionalità e nessuna discriminazione nella regolamentazione dei nuovi servizi basati sulla tecnologia come Uber”.

Con queste ragioni Uber ha così vinto la sua battaglia perché l’Autorità dei Trasporti ha dato ragione a questo nuovissimo sistema di trasporto anche se con dei limiti e cioè che l’”Uber driver” non può essere un dipendente regolarmente assunto ma un lavoratore occasionale, può prestare servizio per un massimo di 15 ore settimanali, il suo reddito dovrà avere un tetto massimo e, ancora, deve essere iscritto in un registro regionale.

La general manager di Uber in Italia, Benedetta Arese Lucini ha dichiarato:

“Queste proposte riflettono perfettamente il nuovo assetto del trasporto pubblico e incoraggiano nuove soluzioni di mobilità come Uber. Con questo atto l’Italia sta indicando la strada all’Europa e sta abbracciando l’innovazione a beneficio di tutti i cittadini”.