Dominique Strauss-Kahn assolto, aveva partecipato a festini a luci rosse

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Dominique Strauss-Kahn era uno degli uomini più potenti di Francia e nel 2012 era il grande favorito per la poltrona di Presidente della Repubblica.

Uno scandalo su presunti festini a luci rosse in alcuni alberghi francesi ed anche in uno americano lo travolse e Dominique Strauss-Kahn dovette abbandonare la sua carriera politica.

I guai per l’ex Presidente del fondo monetario internazionale non terminarono con l’abbandono dell’attività politica.

Dominique Strauss-Kahn fu accusato del reato di sfruttamento aggravato della prostituzione.

In particolare, i giudici francesi contestarono al potentissimo uomo politico francese di aver partecipato ad alcuni festini a luci rosse in tre alberghi diversi, due in Francia, nelle città di Lille e Parigi ed uno negli Stati Uniti d’America a Washington.

  Dominique Strauss-Kahn, inoltre, dovette difendersi dall’accusa di violenze da parte di una cameriera di un albergo di New York.

Accusa che poi non ebbe un proseguo giudiziario perché l’ex presidente del fondo monetario internazionale trovò un accordo economico con la donna americana.

Il tribunale di Lille, qualche giorno fa, si è pronunciato sulla partecipazione ai festini a luci rosse da parte di Dominique Strauss-Kahn.

I giudici francesi hanno deciso di prosciogliere dal reato di sfruttamento della prostituzione Dominique Strauss-Kahn affermando che non è reato in Francia partecipare a festini a luci rosse.

In Francia, invece, è reato, punibile fino a dieci di carcere, l’organizzare festini a luci rosse ma Dominique Strauss-Kahn non è stato mai accusato di essere l’organizzatore di questi incontri.

 Dominique Strauss-Kahn ha sempre sostenuto di aver partecipato ai festini ma di non aver mai pensato che le donne che partecipavano erano prostitute.

L’avvocato difensore di Dominique Strauss-Kahn ha così commentato la sentenza della procura di Lille: “Ci sono delle questioni da porsi, e tutto il mondo ne guadagnerà in termini di fede nella giustizia, credito nei media e rispetto dello stato di diritto.  Non si condanna prima di giudicare”.