Gli italiani hanno le ossa più fragili, 230 mila fratture all’anno

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Una situazione che sta diventando man mano che passa il tempo sempre più allarmante, sono sempre più le persone che subiscono traumi alle ossa.

I dati molto preoccupanti sulle lesioni e le fratture alle ossa che in questi ultimi anni sono in deciso aumento sono state resi pubblici durante il Congresso della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia che si sta svolgendo a Roma presso l’Hotel Ergife.

Secondo i dati stati illustrati durante il congresso, all’anno si registrano 230 mila fratture in Italia.

Un numero altissimo di fratture che provoca in molti casi disabilità molte delle volte temporanea ma alcune volte permanente.

E’ più alto il numero delle persone che muoiono a causa delle fratture riportate per traumi o incidenti.

Secondo i medici che si sono riuniti a Roma le ossa sono diventate nell’uomo molto più fragili rispetto al passato.

Per cercare di fermare questo trend negativo i medici hanno affermato che bisogna cambiare il regime alimentare e lo stile di vita di tantissimi italiani.

Una dieta alimentare idonea a rafforzare le ossa deve essere imposta già dalla nascita di un bambino.

Nel mondo, secondo i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità, sono 9 milioni le persone che subiscono una frattura.

L’Organizzazione mondiale della Sanità ha riferito che entro il 2050 i dati delle persone che subiscono una frattura alle ossa potrebbero notevolmente aumentare fino ad arrivare a 33 milioni di casi all’anno.

Umberto Tarantino, uno dei luminari di ortopedia in Italia e primario del reparto Ortopedia traumatologia del Policlinico di Tor Vergata a Roma ha così commentato i dati forniti dall’OMS e in particolare una delle fratture più comuni che colpiscono le donne quella al femore: “La frattura femore prossimale è sicuramente un evento invalidante: oltre alla necessità di un intervento chirurgico immediato nella quasi totalità dei casi spesso l’evento espone a conseguenze anche gravi. Solo una volta su 5 (20%) il paziente riesce a tornare al livello di attività precedente alla frattura. L’aumento di mortalità è equivalente a quello causato dal cancro al seno, arrivando a raggiungere nel primo anno dopo l’evento fratturativo un’incidenza del 20%”.