Lorenzin 6 mila nuove assunzioni di medici e infermieri, i dubbi del sindacato

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È stato uno sciopero quello dei medici che, secondo lo Smi sindacato di categoria, ha avuto una massiccia partecipazione. Lo Smi ha reso noto che hanno partecipato all’agitazione sindacale il 75% dei medici che prestano il loro servizio nei plessi ospedalieri.

Il sindacato di categoria, inoltre, rende noto che gli scioperi continueranno anche l’anno prossimo a partire da gennaio 2016. o sciopero si è comunque svolto anche se la titolare del dicastero della Salute, Beatrice Lorenzin, aveva dichiarato che presto sarebbero state sbloccate le assunzioni di ben 6 mila nuovi medici.

Lo stesso ministro aveva detto che il governo era pronto a stanziare la cifra di 329 milioni di euro per le 6mila assunzioni necessarie per coprire i posti vacanti in tanti plessi ospedalieri soprattutto presenti nel sud d’Italia.

Il Ministro Lorenzin ha spiegato che: “Poiché le regioni dovranno presentare il loro reale fabbisogno entro febbraio, e a quel punto i numeri potrebbero essere rimodulati sulla base delle esigenze effettive. Intanto, per fare fronte all’emergenza innescata dall’entrata in vigore della direttiva Ue che impone limiti precisi all’orario di lavoro dei medici, dal primo gennaio 2016 le Regioni potranno iniziare ad assumere con contratti flessibili e a marzo, sulla base dei fabbisogni, le Regioni indiranno i concorsi finalizzando il 50% dei posti per la stabilizzazione dei precari. Le risorse finanziarie necessarie arriveranno dai risparmi che deriveranno dalle norme introdotte dalla Legge di stabilità, dalla centralizzazione delle procedure di acquisto di beni e servizi ai piani di rientro aziendali”.

La risposta da parte del sindacato Smi al ministro della salute Beatrice Lorenzin non si è fatta attendere.

Pina Onotri, un’esponente di spicco del sindacato dei medici italiani, ha dichiarato di non credere più alle parole dell’esecutivo: “Non crediamo più agli assegni in bianco, alle promesse di investimenti per le assunzioni derivanti dai presunti risparmi delle Regioni. Sui precari, sugli orari di lavoro, sulle carenze di personale, sulla modernizzazione delle cure primarie e del sistema di emergenza e del territorio, sulla complessiva qualità dei servizi per i cittadini, vogliamo risposte chiare, con risorse certe. No a giochi di prestigio”.

Un braccio di ferro quello tra governo e sindacato dei medici che potrebbe continuare a lungo a discapito dei pazienti.

Nella giornata di sciopero che si svolta ieri sono state numerosissime le operazioni rinviate per l’assenza dei medici.