Marino non si ricandida a sindaco di Roma ma attacca Renzi e il Pd

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Un libro che farà molto discutere quello scritto da Ignazio Marino intitolato “Un marziano a Roma”. L’ex sindaco di Roma ha voluto intitolare il libro con lo stesso appellativo con il quale veniva chiamato quando era alla guida delle città capitolina.

Ignazio Marino nel suo libro ha parlato dei suoi due anni passati alla guida della città di Roma, dello scandalo Mafia Capitale e del suo ex Partito Democratico. Ignazio Marino è stato il sindaco di Roma dal 2013 al 2015 ed è diventato sindaco a capo di una coalizione di centrosinistra che è succeduta alla giunta Alemanno.

Marino, è un notissimo chirurgo conosciutissimo negli Stati Uniti d’America ed ha voluto mettersi in gioco politicamente cercando di guidare una delle città più difficili da governare come Roma. Alle primarie del Pd Marino vinse contro Gentiloni, che ora ricopre il ruolo di ministro nell’esecutivo Renzi e di David Sassoli.

Marino al ballottaggio vinse contro Alemanno con un grandissimo risultato con oltre il 60% dei voti. Per il Pd di Matteo Renzi, Ignazio Marino doveva essere l’uomo della svolta a Roma. Il noto chirurgo non era legato politicamente agli ambienti romani ed aveva idee innovative purtroppo però, come racconta nel libro, Ignazio Marino si è dovuto scontrare con una realtà complessa come Roma.

Sono stati due anni non facili quelli di Ignazio Marino come sindaco di Roma, ricchi di tantissime polemiche e di scontri, uno degli ultimi con Papa Francesco e poi il caso dei rimborsi che ha provocato le dimissioni del “marziano” da sindaco di Roma.

Marino, durante la conferenza stampa di presentazione del libro, ha affermato che: “Se avessi seguito tutti i consigli del Pd forse mi avrebbero messo in cella di isolamento”.

L’ex sindaco di Roma ha spiegato che nel Pd “fingono di litigare durante il giorno e poi si siedono tutti a tavola con persone adesso anche arrestate”.

Ignazio Marino poi ha attaccato duramente il presidente del Consiglio Matteo Renzi definendolo “un capo di governo che non è stato eletto da nessuno, che un commissario governativo rispetto a un sindaco eletto direttamente da centinaia di migliaia di cittadini, si sarebbe reso artefice di una lesione della democrazia che è stata considerata con molta attenzione e preoccupazione dalle cancellerie di tutti i Paesi stranieri”.

 L’ex sindaco di Roma ha anche spiegato ai suoi tanti fan che sono accorsi alla presentazione del libro che non si candiderà nuovamente a primo cittadino della capitale: “Io ho molto riflettuto e penso che il candidato sindaco debba avere delle caratteristiche che in questo momento nessuno dei candidati ufficiali ha. Deve provenire, in una fase in cui i partiti hanno dato il peggio di sé, dalla società civile, non deve essere scelto da qualcuno in qualche stanza ma si deve di mettere a disposizione di Roma 5-10 anni. Io mi iscriverò a Parte Civile”.

Poi l’ex sindaco di Roma ha anche rilasciato un suo commento sull’attuale candidato sindaco di Roma, Roberto Giacchetti: Ho un rimprovero da fargli: se una persona davvero crede in questa città e pensa di dedicare tutto il suo tempo a Roma per fare la campagna elettorale dovrebbe lasciare la poltrona. Potrebbe copiare le righe che io ho scritto al presidente del Senato quando mi sono dimesso per la campagna elettorale”.