Metodo Di Bella, finalmente gli danno giustizia, il tumore regredisce

Una notizia che in tanti si aspettavano che prima o poi sarebbe arrivata: il metodo di Bella funziona davvero. E dopo che lo scienziato è morto etichettato come ciarlatano, finalmente a rendergli giustizia è l’Asl di Teramo che, con coraggio, ammette : il tumore regredisce davvero.

In un Centro Oncologico in provincia di Modena hanno adottato il metodo Di Bella su un paziente con il tumore al cervello e hanno visto che il tumore è regredito.

E chi ha sempre sostenuto che a buttare nel fango il metodo Di bella fossero solo gli interessi farmaceutici oggi hanno un motivo in più per crederlo.

Il metodo Di Bella è un mix di farmaci e vitamine che non da alcun effetto collaterale e che è in grado di curare i tumori maligni al contrario della chemioterapia che, secondo il dottor Di Bella “non ha mai curato nessuno”.

Il metodi Di Bella cura non solo i tumori maligni ma anche come l’epatite C, il morbo di Alzheimer, la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson e il morbo di Crohn.

In tanti hanno contrastato il metodo di Bella e lo stesso scienziato perché era solito curare i malati senza chiedere soldi in cambio.

Anche se sperimentato, non diede però risultati ma alcuni medici hanno sostenuto che quella sperimentazione sia stata un bluff come riteneva l’oncologa romana Rita Blandi che al Il Corriere rilasciò la seguente dichiarazione: “la sperimentazione sia stata un bluff. Hanno scelto pazienti terminali, che avevano già completato l’iter tradizionale, fortemente debilitati e defedati”.

Ora sono i figli del prof. Di Bella che stanno seguendo la strada del padre e hanno detto così: «Un centro istituzionale ha certificato su carta intestata che un grave tumore cerebrale in progressione dopo i trattamenti oncologici classici, l’intervento chirurgico, la chemioterapia e la radioterapia, ha ridotto il suo volume del 50%. Ma non basta: lo stesso oncologo di riferimento, che lavora per l’Ausl, ha consigliato caldamente il proseguimento della terapia. Un’ammissione di questo tipo è senza precedenti nel nostro Paese».

E poi hanno aggiunto: «Si è sempre parlato di miglioramenti o guarigioni discutibili, magari frutto di autoesaltazione. Oggi invece siamo a 25 pubblicazioni scientifiche con casistica documentata. Entro l’anno pubblicheremo la casistica sul tumore al cervello e 300 casi per quello alla mammella; in questi, al quarto stadio, con la multiterapia è documentata una sopravvivenza del 70% a cinque anni, contro il 20% dei protocolli oncologici. Lo conferma il maggior portale oncologico, quello del National Cancer Institute».