Pensano di aver adottato una bambina di 9 anni e invece ne ha 22, è psicopatica tenta di uccidere i genitori
Una coppia americana Kristine Barnett, 45 anni e di suo marito Michael Barnett , 43 anni avevano deciso di adottare una bambina, Natalia ma vediamo cosa capita loro.
La coppia aveva già tre figli ma decisero di adottare una bambina che veniva dall’Ucraina, che aveva sei anni e che era affetta da nanismo.
Questo è quello che era stato detto loro e di cui ne erano, dunque, convinti.
La bambina, invece, bambina non era ma aveva 22 anni ed era sociopatica ma questo non era stato detto assolutamente alla copia che in questo modo ha rischiato la vita.
Infatti, la donna ha detto così:“Ha cercato di ucciderci più e più volte! ”.
La coppia, quando ha scoperto la verità e dopo aver scoperto che i documenti dell’adozione erano stati falsificati, la ha abbandonata.
La donna di 22 anni, durante i tre anni che era stata con i genitori adottivi li aveva minacciati più volte di morte e aveva anche provato a pugnalarli o avvelenarli con la candeggina.
Kristine ha rilasciato un’intervista dove ha dichiarato così: “Minacciava di ucciderci tutti nel sonno, disegnava le nostre morti, studiava dei piani per eliminarci. Un giorno l’ho vista mettere sostanze chimiche, candeggina, Windex qualcosa del genere, nel mio caffè e le ho chiesto, “Cosa stai facendo?” – mi ha risposto- “Sto cercando di avvelenarti.”
E poi continua: “I media mi stanno dipingendo come un mostro per aver abbandonato un bambino, ma qui non c’è nessun bambino … Ero sorpresa all’inizio, non capivo. Natalia era una donna a tutti gli effetti. Aveva il ciclo, aveva i denti da adulta. Non è mai cresciuta di un centimetro, cosa che accade anche ad un bambino affetto nanismo”.
I coniugi si sono, dunque, dovuti difendere dall’accusa di abbandono di minore mentre stanno provando in tutti i modi a dimostrare che non si tratta affatto di minore. Nel frattempo hanno divorziato perchè la storia in cui si sono travati li ha messi a dura prova.
Ora Natalia si trova in un centro di malati mentali.
E Kristine,conclude così: “Sono stata cooperativa tutto il tempo e sono stata sincera con le persone tutto il tempo. Sono stata accusata dallo stato dell’Indiana di crimini contro un bambino quando lo stato dell’Indiana stesso ha determinato più volte che Natalia è adulta.
Dal primo giorno questa è stata una missione d’amore. Ma quando porti un bambino a casa, ti aspetti che sia un bambino. Essere accusati di questo è inconcepibile per me. È semplicemente orribile.”
Quello che ci auguriamo è che la verità venga definitivamente stabilita e che Natalia riceva tutte le cure adeguate, bambina o adulta che sia, per vivere finalmente una vita più serena.