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Mattia Santori leader delle Sardine “Matteo Salvini scenderà nei sondaggi grazie alla nostra discesa in campo”

Mattia Santori è sicuramente la “sardina” più nota al grande pubblico.  Il giovane bolognese di 32 anni laureato in Economia e Commercio è il cofondatore del movimento con Giulia Trappoloni, Roberto Morotti e Andrea Gareffa.

Il giovane laureato in economia e commercio dalla nascita delle sardine avvenuta lo scorso 14 novembre è stato ospite di tantissime trasmissioni politiche e ora è stato intervistato da “Il Fatto Quotidiano” dove ha raccontato qual è il suo stato d’animo dopo che è stato pubblicato il sondaggio secondo il quale un giovane su quattro al momento voterebbe il movimento delle Sardine.

Un risultato eclatante per un movimento che non ha neanche un mese e che nasce solo per contraddistinguersi dal sovranismo di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Nello staff delle sardine la concentrazione è massima per il prossimo 14 dicembre giorno in cui le sardine di tutta Italia si riuniranno a Roma a Piazza San Giovanni.

Un altro dato importantissimo, secondo Mattia Santori, è che dalla discesa in campo del Movimento la Lega, nei sondaggi ha accusato il colpo e sta perdendo consensi: “Questi sondaggi fotografano l’interesse nei nostri confronti, ma non la partecipazione effettiva. A noi importa solo quella. Quante persone fisicamente si avvicinano a noi. Quanti ci mettono la faccia e il corpo. Sabato ci aspettiamo una risposta vera da Roma e dal Lazio. Nel resto d’Italia è successo.

“Ma a Piazza San Giovanni deve accadere qualcosa di grande, altrimenti chi ha manifestato nelle altre città si sentirà solo. Per chi sta impigrito sul divano è arrivato il momento di alzarsi, di smetterla di pensare che il problema riguarda altri, che sia ancora il momento di delegare. I numeri ci dicono che Salvini cala ma Fratelli d’Italia cresce”.

“Non mi pare sia un partito simile alla Dc, né che la Meloni assomigli a De Gasperi. Il problema rimane. Però un aspetto positivo nel sondaggio c’è. Significa che non veniamo visti solo come un movimento anti-Salvini. Siamo invece un movimento a difesa di qualcosa che dovrebbe preoccupare tutti: un linguaggio più rispettoso che non ha bisogno di trucchetti, la ricostruzione di un tessuto democratico. In un’Italia che si sta sgretolando dovremmo essere tutti più coesi. Mi rendo conto che a Bologna è più facile far passare questo messaggio. Ma cresciamo anche altrove”.