Produzione industriale torna il segno negativo a maggio con -1,2%

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L’istat ha rilevato i nuovi dati relativi al mese di maggio 2014 sulla produzione industriale e tornano e essere negativi per l’industria italiana con un molto preoccupante –1,2% rispetto lo scorso mese di aprile.

Il risultato che è venuto fuori fallo studio dell’Istat è uno dei peggiori degli ultimi anni che ci riporta indietro a novembre 2012 quando ci fu un risultato quasi analogo.

I tecnici hanno parzialmente giustificato l’’andamento fortemente negativo della produzione nel mese di maggio anche perché vi sono stati dei giorni che per parecchi italiani non sono stati lavorativi o che con la concomitanza delle festività con la festa dei lavoratori si è usufruito in massa di giorni di ferie.

Un altro dato interessante e che anche con gli sforzi del governo per riformare il paese rispetto al 2013 nei primi mesi del 2014 l’aumento della produzione industriale ha registrato un esigui aumento solo dello 0,1%.

In realtà il risultato che tutti si aspettavano era notevolmente diverso in modo da paventare una ripresa economica che sulla carta c’è ma effettivamente secondo i risultati reali dell’economia latita ancora anzi l’Italia è ancora in piena recessione.

I reparti industriali dove vi è stato il peggiore risultato inerente la produzione sono stati quelli relativi ai beni strumentali con un-1,7%.

Anche la produzione dei beni di consumo ha registrato uno stop del -1,5% in meno mentre in controtendenza rispetto a tutti  gli altri dati avanza la produzione di energia elettrica che sale dello 0,8%.

Annualmente i settori più colpiti dalla crisi sono le fabbriche di apparecchiatore elettriche domestiche con un preoccupante -6,5%, le industrie che lavorano per la manutenzione e l’installazione di macchine e  apparecchiature con un -4,6% e le aziende con produco pc e macchinari elettronici con il -4,6% annuo di produzione.

Invece sembrano sulla via del recupero ed in costante crescita altri settori che si ipotizza posso dire di aver superato il  lungo periodo di crisi come le industrie che estraggono petrolio e gas naturali  con un significati + 3,7%, le fabbriche che producono materiale in gomma ed in pvc con il + 2,9% e le industrie che producono beni di prima necessità come cibo e bevande con +0,2%.

Sempre secondo l’Istat a giugno le previsioni indicano che vi sarà un nuovo aumento della produzione dello 0,7% rispetto al catastrofico mese di maggio.

La tendenza negativa italiana si rispecchia anche in Europa dove anche la grande Germania ha avuto un preoccupante stop della produzione dell’1,8%, scenda la produzione anche in Francia on -1,7%.

Dati che dimostrano che la crisi anche se in tanti la definiscono alle spalle non è ancora finita.

I dati che sono emersi a maggio della produzione italiana sono molto preoccupanti e devono assolutamente analizzati in modo analitico anche dal governo Renzi che deve cercare in tutti i modi di dare ossigeno all’economia italiana che ancora stenta a riprendersi provocando ancora penuria di posti di lavoro e possibilità che se i dati continuino a non crescere che vi siano ancora nuovi disoccupati.

C’è da vedere ora anche l’Europa durante il semestre di presidenza italiano come si comporterà se continuerà la linea del rigore finanziario tanto cara alla tedesca Merkel o se ci sarà più flessibilità nei bilanci di ogni stato appartenente alla comunità europea in modo da permettere di investire denaro per  far crescere la produzione industriale rimasta al palo per troppo tempo.

L’idea di Renzi supportata da altri paesi della comunità europea è quella di concedere maggiore flessibilità e che l’Europa cominci nuovamente ad investire sulle grandi opere che creano sviluppo e soprattutto lavoro che manca quasi ovunque.