Alberto Zangrillo attaccato duramente, “sei un demente”, la sua risposta è da applausi

Alberto Zangrillo è il primario dell’unità operativa di Anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell’ospedale San Raffaele di Milano, oltre ad essere il medico personale di Silvio Berlusconi e di aver curato dal covid, tra gli altri, Flavio Briatore.

Alberto Zangrillo è, però, ormai conosciuto anche dal grande pubblico per le sue numerosissime apparizioni televisive e per scontrarsi, spesso, molto duramente anche con Selvaggia Lucarelli.

Alberto Zangrillo attaccato duramente sui social, risponde e asfalta

Alberto Zangrillo, che è ormai molto attivo sui social ha scritto un post: “Convivere e vincere contro SarsCov2: rispetto delle norme, educazione civica, cure corrette. I colori hanno fallito”.

Riferendosi ai colori dati dal governo alle regioni.

Ma subito dopo il suo post si è aperta una vivacissima discussione ed è stato anche attaccato in modo molto duro.

Infatti, un utente gli ha risposto così: “I tuoi consigli estivi hanno fallito, sei un demente”.

Ma Zangrillo, se da una parte non ha lasciato correre, dall’altra ha risposto in un modo molto signorile e ha lasciato i toni poco garbati a chi li ha usati non facendoli diventare propri e, infatti, ha risposto così: “Le auguro tanta felicità e una buona domenica”.

Le tesi di Zangrillo spesso attaccate

Non è certo la prima volta che Alberto Zangrillo viene così tanto attaccato e, soprattutto dopo l’estate quando il covid pareva aver dato un po’ di tregua, il professor Zangrillo, era molto ottimista.

Recentemente, a proposito della situazione in Lombardia ha detto: “Le strutture sanitarie della mia regione non sono in sofferenza … Dal 22 dicembre nel mio ospedale ricoveriamo una media di quattro pazienti Covid al giorno. I medici sul territorio fanno la loro parte e purtroppo continuano a morire molte persone indipendentemente dall’infezione virale”.

E poi: “Un elevato numero di contagi non si traduce necessariamente in un’emergenza sanitaria … Convivere con i virus, non con il virus richiede: nervi saldi, grande attenzione ai numeri della clinica, profilassi vaccinale con un piano realistico e non utopistico, credere nell’azione di un sistema sanitario che si occupi con tempestività e rigore di tutte le patologie. Basta con i titoli ad effetto dei media che servono solo a disorientare, spaventare e proporre banalità”.