Stefano De Martino svela il suo pensiero: “La probabilità di fallire è alta”

Stefano De Martino, marito e padre innamoratissimo, ha rilasciato una lunga intervista al magazine Grazia, in occasione della quale, ha raccontato molto di sè stesso e anche del suo essere padre. Vediamo cosa ha detto.

Stefano De Martino: “Voglio insegnare a mio figlio ad inseguire i sogni”

Stefano De Martino, in occasione di un’intervista rilasciata al magazine Grazia ha ripercorso la sua giovane vita e ha raccontato di quando, da piccolo, veniva bullizzato perché danzava: “Lo stereotipo del ballerino uguale effeminato esisteva ancora e poteva sfociare nel bullismo. Mi prendevano in giro ma, avendo un padre che lo faceva di mestiere, le loro offese non mi toccavano. Per questo voglio insegnare a mio figlio a non avere mai paura dei suoi sogni”.

Infatti, il padre di Stefano era un ballerino al teatro San Carlo.

Però, la sua regola è sempre stata: “Fin da ragazzo ho seguito sempre una regola. Siccome, qualunque cosa tu voglia fare, la probabilità di fallimento è alta, tanto vale fallire provando a fare quello che ti piace piuttosto che quello che non ti piace”.

Stefano, papà orgoglioso del figlio Santiago

Stefano è innamoratissimo e orgogliosissimo del figlio avuto da Belen con la quale si è ormai ritrovato ed è tornato ad essere una famiglia e di lui ha detto: “Santiago va alla scuola americana ed è già bilingue”,.

E poi ha aggiunto: “In realtà lo vedo molto più grande di come ero io a 10 anni. Forse i computer, Internet hanno reso i bambini di oggi più veloci, smart”.

E, ancora: “E’ sensibile all’arte in generale. E’ creativo, disegna molto. Non so se si tratta di un qualcosa che ha ereditato a livello genetico o se dipenda dal fatto che in casa ha sempre respirato questo tipo di atmosfera. Frequentare una scuola americana, poi, ha influito sulla sua mentalità: lui pensa in grande e questo, forse, lo aiuterà a mettere a frutto i suoi talenti. E’ già bilingue, ha a disposizione il mondo intero per realizzare i suoi sogni”.

E poi ha detto di come lui lo cresce: “Non avrebbe senso crescerlo come sono stato cresciuto io. Quello che posso fare è fargli capire che non deve dare per scontato ciò che ha. Se mi dice che gli piace una certa cosa, gli rispondo: ‘Ok, l’avrai se a scuola riesci a ottenere questo o quest’altro risultato’. La differenza è che quando ero bambino io non bastava prendere bei voti: se una cosa non ce la potevamo permettere non arrivava”.