Interrogatorio in carcere di Filippo Turetta, durato solo 30 minuti, il 22enne ha pianto e si è avvalso della facoltà di non rispondere

Filippo Turetta rimane in silenzio durante l’interrogatorio di garanzia, mentre emergono nuove accuse di stalking e omicidio.

Silenzio di Filippo Turetta durante l’interrogatorio

 Filippo Turetta non ha fornito risposte alle domande del giudice preliminare Benedetta Vitolo. Con Giovanni Caruso, il suo avvocato decide di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia.

Questa mossa difensiva permette loro di studiare gli atti dell’inchiesta. L’avvocato ha ricevuto gli atti solo ieri.

L’interrogatorio ha inizio dopo le 10 di stamattina, martedì 28 novembre, e dura circa mezz’ora. Presente anche il sostituto procuratore veneziano Andrea Petroni. Alle 11, Vitolo e Petroni lasciano il carcere di Verona. Caruso rimane con Turetta, accusato di sequestro e omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin.

Strategie difensive: le opzioni di Turetta e Caruso

Turetta e Caruso, ordinario di diritto penale all’ateneo di Padova, avevano tre scelte. Potevano rispondere alle domande di Vitolo, evitare le risposte o rilasciare dichiarazioni spontanee. Le domande del giudice miravano a chiarire i dettagli degli eventi tra l’11 e il 12 novembre.

Il silenzio di Turetta potrebbe influenzare l’interpretazione della premeditazione del delitto, un’aggravante che potrebbe portare alla pena dell’ergastolo.

Posizione ferma dell’avvocato Caruso

Caruso stabilisce chiaramente che non presenteranno richieste al Riesame. Non chiederanno affievolimenti della misura cautelare, né domanderanno i domiciliari. Nel frattempo, Nicodemo Gentile, avvocato della famiglia Cecchettin, definisce l’omicidio di Giulia aggravato dallo stalking.

Secondo Gentile, Turetta ha dimostrato comportamenti ossessivi, causando a Giulia disorientamento e ansia significativa. L’accusa punta su un assedio psicologico che ha portato alle molestie e, infine, all’omicidio.