Inquinamento allarme Cnr, carbonio causa di gravi patologie

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La presenza del carbonio nell’aria che respiriamo è sempre più in aumento.

Il carbonio può provocare gravi patologie soprattutto alle fasce più deboli della popolazione quali bambini ed anziani.

Il carbonio, una sottile e quasi invisibile polvere nera che circola nell’aria, è la causa dell’insorgenze di patologie come le bronchite croniche ed altre malattie più gravi alle vie respiratorie d in  particolare ai polmoni.

Il Consiglio nazionale delle ricerche ha elaborato i dati della presenza del carbonio nell’aria che respiriamo risultati allarmanti che devo far riflettere molto.

Il risultato della ricerca sarà presto reso pubblico dalla rivista “Atmospheric Environment”.

Ad illustrare i dati in una lunga intervista che proponiamo è il dottor Sandro Fuzzi dirigente dell’ Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima Consiglio Nazionale delle Ricerche  di Bologna.


Sandro Fuzzi ha dichiarato che: “Questo inquinante, dannoso sia per l’ambiente che per la salute, assieme al carbonio organico costituisce la frazione carboniosa del particolato atmosferico, una componente importante di quest’ultimo, fino al 40% della massa. In atmosfera il carbonio elementare e il carbonio organico si trovano sempre associati, poiché originati dalle stesse sorgenti: la combustione incompleta di una qualsiasi sostanza organica, sia combustibili fossili, sia biomasse (legna e residui agricoli), per autotrazione, riscaldamento e produzione di energia”.

Il dirigente inoltre spiega che i dati sull’inquinamento da carbonio elementare sono diversi in Italia da territorio a territorio: “L’importante quadro di insieme a livello nazionale ha permesso di evidenziare che le concentrazioni di carbonio elementare nei siti trafficati sono più di cinquanta volte maggiori rispetto ai siti remoti di alta montagna. Per esempio, a Milano in viale Sarca la media nel periodo invernale sfiora i 6 microgrammi per metro cubo, mentre è pari a 0.1 presso il sito ad alta quota di Monte Cimone, nell’Appennino Tosco-Emiliano. Un altro dato importante è che le concentrazioni di carbonio organico ed elementare nella Pianura Padana in inverno sono tre-quattro volte maggiori rispetto a quelle estive. Questo a causa dell’intensità di alcune sorgenti quali il riscaldamento domestico durante la stagione fredda e delle frequenti condizioni di stabilità atmosferica, con scarso ricambio delle masse d’aria, che favoriscono l’accumulo degli inquinanti”.

In particolare secondo il dirigente del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna durante l’inverno: “le concentrazioni di carbonio organico nei siti urbani della Pianura Padana, arrivano fino a 12 microgrammi per metro cubo nella città di Milano, in via Pascal, risultando mediamente doppie rispetto a siti urbani della Puglia, dove raggiungono massimi di 8 microgrammi per metro cubo nelle città di Lecce e Bari. Questi valori stagionali a Milano sono superiori del 30% anche a quelli misurati in una grande città come Roma e corrispondono a percentuali di sostanza carboniosa che arrivano al 47% della massa totale dell’aerosol”.

I dati sul carbone elementare sono stati raccolti dal Cnr di Bologna grazie alla collaborazioni di sette atenei tra le quali l’università Bicocca di Milano,  di Perugia e di Bari.