Il patto segreto tra Jannik Sinner e Matteo Berrettini per vincere la Davis
Jannik Sinner e Matteo Berrettini trasformano la loro sintonia in forza per la squadra azzurra di Davis, puntando alla finale con un’intesa speciale.
Da rivali a compagni di squadra: il legame speciale
Nell’abbraccio simbolico tra Matteo Berrettini e Jannik Sinner si intrecciano rivalità sportive e un’amicizia profonda che si riflette anche in campo. Due carriere diverse, ma unite da rispetto e stima reciproca: Sinner, il giovane campione che vola verso il successo, e Berrettini, il veterano che lotta per tornare ai vertici.
Il loro sodalizio è nato nel 2019, quando Berrettini era già nella top 10 e Sinner muoveva i primi passi vincendo la Next Gen di Milano. Da allora, il rapporto si è rafforzato, superando infortuni, vittorie e momenti difficili, trasformandosi in una chiave per il successo dell’Italia nella Coppa Davis.
La sfida contro l’Australia
A Malaga, la semifinale contro l’Australia rappresenta una nuova prova per il duo azzurro. Sinner, imbattibile contro Alex De Minaur, è chiamato a replicare le precedenti otto vittorie, mentre Berrettini apre la sfida con il compito di conquistare il primo punto. Il capitano Filippo Volandri, fiducioso nella loro chimica, li ha schierati anche nel doppio, confidando nel loro affiatamento.
La loro intesa è stata evidente già nei quarti contro l’Argentina, quando hanno contribuito a mantenere la squadra in corsa. “La prossima Davis la vinciamo insieme”, aveva promesso Sinner a Berrettini un anno fa, e oggi quella promessa sembra più vicina.
Un’amicizia che fa la differenza
Berrettini descrive Sinner come una persona speciale: “Con lui posso parlare di tutto, non siamo persone superficiali. Studiare il suo modo di allenarsi mi aiuta a migliorare”. Sinner, dal canto suo, riconosce il valore del supporto di Berrettini: “In doppio mi dà fiducia, mi sento al sicuro con lui”.
La loro amicizia supera differenze geografiche e generazionali: Sinner, il ragazzo del Nord, e Berrettini, romano, si completano in campo e fuori, dimostrando che, anche nello sport, la complicità può fare la differenza.
Mentre l’Italia sogna una nuova finale, l’intesa tra i due campioni non è solo la forza della squadra, ma un simbolo di quanto l’unione possa superare ogni individualismo.