Porta a Porta, 25 anni dalla scomparsa di Craxi, Tommaso Cerno, “Bettino più simile alla Meloni che alla Schlein”
A 25 anni dalla scomparsa di Bettino Craxi, il direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, analizza il ruolo storico e l’eredità politica dell’ex leader socialista.
Bettino Craxi: statista o criminale?
Nel corso dell’ultima puntata di Porta a Porta dedicata a Bettino Craxi, il direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, ha offerto un’analisi approfondita sull’attualità del pensiero craxiano. “Io nasco a metà degli anni ‘70 e vedo di Craxi il grande sogno: il primo leader dopo la Democrazia Cristiana che si mostra nelle fattezze della modernità”, ha esordito Cerno. Ha poi sottolineato il ruolo innovativo di Craxi nel ridefinire la sinistra italiana: “Anticomunista, contro il catto-comunismo, socialista tricolore. Ma di lui riusciamo a vivere solo la decadenza, il finale”.
Riflettendo sulle vicende giudiziarie e politiche che portarono alla sua caduta, Cerno ha evidenziato: “Quello fu il primo processo sommario, popolare e pubblico, senza le ragioni della giustizia e della difesa”. Ha inoltre aggiunto che l’Italia di oggi continua a porsi domande sulle scelte e sull’eredità di Craxi.
L’eredità politica di Craxi: modernità e anticomunismo
Secondo Cerno, il ruolo di Craxi come statista è indiscutibile. Ha ricordato le parole della figlia Stefania Craxi, secondo cui: “Mio padre o era un criminale o era uno statista”, concludendo: “La risposta era più uno statista, senza ombra di dubbio”.
Cerno ha poi tracciato un parallelo tra il proto-sovranismo elegante di Craxi e alcune delle politiche attuali: “Il tricolore, l’inno, il made in Italy, l’autonomismo, l’anticomunismo sembrano le parole d’ordine che oggi il governo di destra cerca di accogliere e portare in una dimensione storica diversa”. Ha evidenziato come queste idee siano oggi più vicine a Giorgia Meloni rispetto a Elly Schlein e al Partito Democratico.
Il dibattito con Piero Fassino
Tra gli ospiti della puntata erano presenti anche Piero Fassino, Fabrizio Cicchitto, Massimo Franco e Stefania Craxi. La figlia di Bettino ha espresso critiche verso il Partito Democratico, domandandosi: “Il PD della Schlein sta con l’Occidente?”.
Fassino ha respinto l’accusa, contestando in particolare le affermazioni sul congresso di Milano e la questione dei due popoli e due stati. Cerno ha replicato: “Il congresso di Milano, Peres e il braccio destro di Arafat: tutto quello che oggi la sinistra contesta”.
Il confronto si è concluso con un punto di equilibrio. Cerno ha riconosciuto a Fassino alcuni meriti ma ha evidenziato: “Diciamo che c’è un po’ di confusione in piazza, non da parte tua, ma c’è un po’ di confusione”.
Tommaso Cerno: il confronto tra Craxi e la politica di oggi
A 25 anni dalla scomparsa di Bettino Craxi, il direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, analizza il ruolo storico e l’eredità politica dell’ex leader socialista.
Bettino Craxi: statista o criminale?
Nel corso dell’ultima puntata di Porta a Porta dedicata a Bettino Craxi, il direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, ha offerto un’analisi approfondita sull’attualità del pensiero craxiano. “Io nasco a metà degli anni ‘70 e vedo di Craxi il grande sogno: il primo leader dopo la Democrazia Cristiana che si mostra nelle fattezze della modernità”, ha esordito Cerno. Ha poi sottolineato il ruolo innovativo di Craxi nel ridefinire la sinistra italiana: “Anticomunista, contro il catto-comunismo, socialista tricolore. Ma di lui riusciamo a vivere solo la decadenza, il finale”.
Riflettendo sulle vicende giudiziarie e politiche che portarono alla sua caduta, Cerno ha evidenziato: “Quello fu il primo processo sommario, popolare e pubblico, senza le ragioni della giustizia e della difesa”. Ha inoltre aggiunto che l’Italia di oggi continua a porsi domande sulle scelte e sull’eredità di Craxi.
L’eredità politica di Craxi: modernità e anticomunismo
Secondo Cerno, il ruolo di Craxi come statista è indiscutibile. Ha ricordato le parole della figlia Stefania Craxi, secondo cui: “Mio padre o era un criminale o era uno statista”, concludendo: “La risposta era più uno statista, senza ombra di dubbio”.
Cerno ha poi tracciato un parallelo tra il proto-sovranismo elegante di Craxi e alcune delle politiche attuali: “Il tricolore, l’inno, il made in Italy, l’autonomismo, l’anticomunismo sembrano le parole d’ordine che oggi il governo di destra cerca di accogliere e portare in una dimensione storica diversa”. Ha evidenziato come queste idee siano oggi più vicine a Giorgia Meloni rispetto a Elly Schlein e al Partito Democratico.
Il dibattito con Piero Fassino
Tra gli ospiti della puntata erano presenti anche Piero Fassino, Fabrizio Cicchitto, Massimo Franco e Stefania Craxi. La figlia di Bettino ha espresso critiche verso il Partito Democratico, domandandosi: “Il PD della Schlein sta con l’Occidente?”.
Fassino ha respinto l’accusa, contestando in particolare le affermazioni sul congresso di Milano e la questione dei due popoli e due stati. Cerno ha replicato: “Il congresso di Milano, Peres e il braccio destro di Arafat: tutto quello che oggi la sinistra contesta”.
Il confronto si è concluso con un punto di equilibrio. Cerno ha riconosciuto a Fassino alcuni meriti ma ha evidenziato: “Diciamo che c’è un po’ di confusione in piazza, non da parte tua, ma c’è un po’ di confusione”.