La Corte costituzionale blocca il referendum sull’Autonomia: le reazioni politiche
La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum per abolire la legge sull’autonomia differenziata. Immediate le reazioni del centrodestra e delle opposizioni.
Il pronunciamento della Corte costituzionale
La Corte costituzionale ha stabilito che il referendum sull’abolizione della legge sull’autonomia differenziata non si farà. La decisione, resa nota attraverso un comunicato ufficiale, sottolinea che “l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari”. Questo pronunciamento mette fine a un dibattito acceso nato dalla proposta referendaria, sostenuta da oltre 1 milione e 300 mila firme raccolte in pochi mesi. La questione aveva visto uno scontro politico intenso, con il centrodestra a difesa della legge e le opposizioni impegnate a contrastarla.
Il referendum era stato avanzato dalle opposizioni dopo che, nel novembre 2024, la Corte costituzionale aveva giudicato parzialmente illegittima la normativa. Tuttavia, il recente parere negativo della Corte si pone in contrasto con una precedente valutazione della Corte di Cassazione, che aveva ritenuto il quesito ammissibile. Nonostante questa divergenza, il pronunciamento finale della Corte costituzionale ha bloccato ogni possibilità di proseguire con la consultazione popolare.
Le reazioni politiche e istituzionali
Immediata la risposta politica. Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha commentato con toni duri: “La Corte costituzionale ha smentito clamorosamente i costituzionalisti di questa sinistra parlamentare che evidentemente non avevano letto l’articolo della Costituzione di cui parlavano”. Intervenendo a Sky TG24, il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il Pnrr ha ribadito che il Parlamento dovrà ora rispettare le indicazioni espresse dalla Corte.
Dall’altra parte, il comitato promotore del referendum non nasconde il rammarico. “Rispettiamo, ovviamente, la sentenza”, si legge in una nota ufficiale, “pur rimanendo convinti delle ragioni che abbiamo difeso nell’udienza del 20 gennaio. Ragioni che ci hanno spinto a portare avanti una lunga campagna di sensibilizzazione e di raccolta firme”. Il comitato ha sottolineato di aver ottenuto un consenso ampio e trasversale, raccogliendo oltre 1,3 milioni di sottoscrizioni, e promette di continuare a battersi contro ciò che considera un rischio di “frantumazione del Paese” e di aumento delle diseguaglianze territoriali.
Con questo verdetto, il tema dell’autonomia differenziata resta al centro del dibattito politico, con implicazioni rilevanti per il futuro degli equilibri istituzionali e territoriali del Paese.