La Cina risponde agli Stati Uniti: il contrasto sui dazi entra in una fase pericolosa
Il Ministero del Commercio cinese ha annunciato l’introduzione di nuove tariffe contro gli Stati Uniti, un passo che segna l’intensificarsi della guerra commerciale avviata sotto la presidenza di Donald Trump. Le nuove misure comprendono l’aumento delle tariffe su una serie di prodotti strategici, inclusi il carbone, il gas naturale liquefatto e il petrolio greggio, con l’obiettivo di contrastare la crescente pressione commerciale da parte degli Stati Uniti.
Le nuove tariffe imposte dalla Cina
L’inasprimento della politica tariffaria da parte della Cina riguarda diversi settori. In particolare, il paese ha deciso di applicare una tariffa del 15% su prodotti derivati dal carbone e sul gas naturale liquefatto, mentre per il petrolio greggio e altri beni strategici come i macchinari agricoli e le auto di grossa cilindrata la tariffa salirà al 10%. Queste misure si inseriscono in un contesto di tensione crescente, con il governo di Pechino che ha accusato gli Stati Uniti di aver violato le normative internazionali dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). La Cina ha inoltre sottolineato come tali aumenti non solo non risolvano i problemi economici degli Stati Uniti, ma minino anche le relazioni economiche tra le due potenze.
La tempistica di questo provvedimento non è casuale: il Presidente Donald Trump aveva annunciato giorni fa l’implementazione di una nuova serie di dazi nei confronti della Cina, le cui misure sarebbero dovute entrare in vigore proprio a inizio settimana. Nonostante il governo statunitense avesse previsto una discussione diretta tra Trump e il Presidente cinese Xi Jinping, l’annuncio delle tariffe ha provocato una reazione immediata e ben strutturata da parte di Pechino.
La reazione del Messico e la situazione degli Stati Uniti
Intanto, su un altro fronte, gli Stati Uniti continuano a esercitare pressione anche sui loro vicini. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha comunicato che il Messico ha accettato le richieste di Washington. Claudia Sheinbaum, Presidente del Messico, ha confermato che l’ingresso in vigore dei dazi sui prodotti messicani è stato rinviato di un mese, come parte di un accordo che ha visto il Messico dispiegare 10.000 soldati lungo il confine con gli Stati Uniti per contenere il flusso di immigrazione illegale. Leavitt ha dichiarato: “Il Messico ha già ceduto, inviando 10.000 truppe permanenti al confine”, sottolineando l’importanza di questo passo nella gestione delle politiche migratorie.
La risposta cinese e la situazione in Messico evidenziano il crescente confronto tra le due superpotenze mondiali e la difficoltà di trovare un compromesso. Washington, sotto l’amministrazione di Trump, ha intrapreso una strategia di isolamento economico, imponendo misure che cercano di ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalle importazioni straniere, ma anche di proteggere le industrie interne.