Due alloggi Aler per Stefano Tacconi, scoppia la bufera, la moglie: “Abbiamo tutti i requisiti”
Laura Speranza, moglie di Stefano Tacconi, interviene per difendere la rapidità nell’assegnazione di due alloggi Aler in meno di 60 giorni, sottolineando che tutto è stato fatto nel rispetto delle procedure.
La richiesta di cambio alloggio da parte della famiglia Tacconi
La vicenda che coinvolge la famiglia di Stefano Tacconi e la rapida assegnazione di due appartamenti Aler in un arco di tempo inferiore ai 60 giorni sta sollevando più di una polemica. L’ex portiere della Juventus, infatti, è stato al centro di un’accusa di favoritismo in relazione alla sua situazione abitativa, che ha suscitato diverse reazioni, anche politiche. La consigliera regionale del Pd, Carmela Rozza, ha sollevato il dubbio sul fatto che Aler, l’Azienda lombarda di edilizia residenziale, non agisca con la stessa solerzia nei confronti di altre famiglie in attesa da più tempo di una sistemazione.
A rispondere alle accuse è stata Laura Speranza, moglie di Tacconi, che ha chiarito la vicenda con una serie di dichiarazioni rilasciate a La Gazzetta dello Sport. Speranza ha sottolineato che non ci sono stati favoritismi nella richiesta di cambio di alloggio e che tutto è avvenuto nel pieno rispetto delle normative e dei tempi previsti. “Non abbiamo avuto nessun trattamento di favore, avevamo tutti i requisiti”, ha dichiarato fermamente l’ex modella, spiegando che la procedura per l’assegnazione della casa è stata seguita scrupolosamente fin dal primo passo.
Nel 2023, Laura Speranza aveva partecipato al bando per l’assegnazione di una casa popolare, che si è chiuso ad aprile. La coppia aveva firmato il primo contratto il 7 luglio per una casa nell’hinterland di Milano, ma, solo due mesi dopo, si è resa necessaria una richiesta di cambio alloggio. La causa del cambiamento risiede nelle condizioni di Stefano Tacconi, che a seguito di un aneurisma cerebrale subito nell’aprile del 2022, si trova ancora a fare i conti con gravi difficoltà motorie. Tacconi, che a causa della malattia è stato riconosciuto invalido al 100%, ha bisogno di un’abitazione che sia funzionale alle sue esigenze di mobilità.
Il secondo contratto e la scelta del nuovo appartamento
Il cambio di alloggio è avvenuto nel novembre del 2023. Dopo aver firmato un primo contratto, la coppia ha trovato un appartamento più adeguato alle necessità di Stefano Tacconi. Questa volta, il nuovo appartamento si trova al 16° piano di un palazzo, ma l’accesso all’ascensore non comporta ostacoli fisici, come accadeva nel primo alloggio, dove c’era una scala curva difficile da affrontare, rendendo la sistemazione poco funzionale per le necessità dell’ex portiere.
La vicenda solleva interrogativi non solo su come Aler gestisca la rapidità delle assegnazioni, ma anche sulle risorse a disposizione di chi, come Stefano Tacconi, vive una disabilità grave. La richiesta di un’abitazione adeguata alle proprie esigenze, quindi, appare legittima, e la polemica si concentra piuttosto sullo scarto di trattamento tra chi riesce ad avere una risposta immediata e chi, invece, attende per mesi o anni. Come osservato da Carmela Rozza, è necessario interrogarsi su come possano essere garantiti tempi di attesa più equi per tutte le famiglie in attesa di un alloggio.
Laura Speranza ha concluso sottolineando la correttezza dell’operato della famiglia Tacconi, dichiarando che “tutto è stato fatto nei tempi giusti e nel rispetto della procedura”, ribadendo che la disabilità di Stefano Tacconi richiedeva una sistemazione adeguata e accessibile.