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“DiMartedì”, Bersani stronca Giorgia Meloni: “Non è né carne, né pesce”

Pier Luigi Bersani non usa mezzi termini per criticare il discorso del vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, e ancor di più la reazione della premier Giorgia Meloni. Intervenendo a DiMartedì su La7, l’ex leader del Pd ha definito le parole di Vance “allucinanti”, aggiungendo:

“Più allucinante ancora è stato il commento della Meloni, perché con quel discorso si ribaltano totalmente i valori dell’Occidente. È una roba incredibile.”

Secondo Bersani, il discorso di Vance ha distorto il concetto di liberalismo, mettendo in discussione la libertà di espressione in Europa e attaccando le politiche migratorie. L’ex ministro ha replicato con sarcasmo:

“Caro Vance, tieniti i tuoi fondamentalisti bigotti che hanno visto Dio, tieniti il Ku Klux Klan e dacci indietro la Statua della Libertà che te l’abbiamo mandata noi, vecchia Europa.”

Il paradosso dei “liberali” secondo Bersani

Bersani ha poi sottolineato una contraddizione fondamentale:

“Si capisce che per Vance gli illiberali non sono i neonazisti, cioè quelli che minimizzano l’Olocausto, ma sono quelli che non accettano di fare un accordo politico con loro.”

Ha quindi ricordato che i valori fondanti dell’America sono quelli scritti nella Dichiarazione di Indipendenza:

“Tutti gli uomini nascono uguali e hanno diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità. Anche i messicani, anche quelli della Groenlandia, immagino anche gli immigrati.”

“Meloni? Non è né carne né pesce”

Sul posizionamento della premier Giorgia Meloni tra Europa e Stati Uniti, Bersani ha ironizzato:

“Giorgia Meloni fa il ponte, no? Questa storia del ponte lasciamola ai nostri telegiornali, che, per amor di Dio, ce la raccontino pure, ma è una cosa grottesca. Questa storia di stare un po’ con Trump e un po’ con l’Europa finisce che non stai né con Trump, né con l’Europa. Non sei né carne né pesce.”

Secondo l’ex segretario del Pd, l’Italia rischia di perdere rilevanza internazionale perché non prende una posizione chiara.

“La verità è che non contiamo niente, perché per l’Italia l’unico modo di contare sarebbe mettersi i panni del Paese fondatore dell’Europa. Invece di fare le riunioni a Parigi, dovrebbero essere fatte a Roma. Così puoi contare qualcosa.”

Bersani ha infine chiuso con un monito alla premier:

“Si può discutere anche con Trump. Ma, perbacco, con la schiena dritta, non sempre inchinandosi un po’ qua e un po’ là.”

Conclusione

L’affondo di Bersani è chiaro: la politica estera di Meloni è indecisa e poco incisiva, mentre la d