Duro scontro in piazza tra Pd e M5S, Andrea Casu (Pd), “Basta con Conte, rompere con chi sta con Putin”
Da Calenda a Schlein fino a Conte, la sinistra si divide su Ucraina, difesa e rapporti con l’Europa. Tre piazze diverse e nessuna convergenza.
La piazza di Calenda: “Più armi all’Ucraina”
Mentre si discute dell’asse Meloni-Trump e del futuro dell’Europa, il centrosinistra si presenta diviso su uno dei temi più delicati del momento: il conflitto in Ucraina.
Il primo appuntamento in piazza si è tenuto ieri a Roma, in Piazza Santi Apostoli, storico luogo delle manifestazioni del centrosinistra. A promuoverlo, Carlo Calenda, insieme a Riccardo Magi di +Europa e Luigi Marattin di Orizzonti Liberali. L’obiettivo era quello di chiedere un maggiore impegno militare a fianco dell’Ucraina e ribadire il sostegno a Volodymyr Zelensky.
Tuttavia, la partecipazione è stata inferiore alle aspettative. Nonostante le diecimila presenze dichiarate a livello nazionale, la piazza romana ha visto la partecipazione di circa 1.500 persone, molte delle quali appartenenti alla comunità ucraina. Tra i presenti, anche esponenti del Partito Democratico, come Andrea Casu, Filippo Sensi e Piero De Luca, esponenti della minoranza riformista lontani dalla segreteria di Elly Schlein.
Non sono mancati momenti di tensione: quando Casu è salito sul palco, alcuni manifestanti hanno iniziato a contestarlo con slogan come “Basta con Conte!”, “Dovete rompere con chi sta con Putin”, accompagnati da fischi.
La manifestazione del Pd: per l’Europa e contro Trump
La seconda piazza, quella che si terrà il 15 marzo, è stata promossa da Michele Serra, con il sostanziale appoggio del Partito Democratico. Il focus sarà più ampio: un evento a sostegno dell’Europa e in opposizione a Donald Trump, senza però una chiara posizione sulla strategia da adottare nel conflitto in Ucraina.
Una scelta che conferma la difficoltà del Pd nel trovare una sintesi tra le diverse anime interne: da un lato chi sostiene un maggiore impegno militare, dall’altro chi, più vicino alle posizioni del Movimento 5 Stelle, spinge per una soluzione diplomatica.
La piazza di Conte: contro le spese militari e per il disimpegno dall’Ucraina
Infine, il 5 aprile, sarà la volta della terza manifestazione, promossa da Giuseppe Conte e dal Movimento 5 Stelle. L’ex premier ha ribadito la sua netta opposizione all’aumento delle spese militari, criticando la scelta del governo di investire 20 miliardi nella difesa.
«Mi fa rabbia pensare che il governo sia andato in Europa a chiedere di spendere più in armi anziché in sanità», ha dichiarato Conte, rilanciando la sua linea pacifista e invitando i cittadini a scendere in piazza.
Un dettaglio, però, non è passato inosservato: l’aumento della spesa militare italiana al 2% del PIL è stato deciso durante il suo stesso mandato da premier, con un verbale del Consiglio dei Ministri firmato proprio da Conte.
Un’opposizione divisa: marciare separati per colpire uniti?
Se da un lato il centrodestra appare compatto nel definire la sua linea politica, il centrosinistra si ritrova frammentato in tre piazze che rappresentano tre visioni opposte.
L’idea di marciare divisi per colpire uniti, teorizzata in passato da Dario Franceschini, sembra oggi più un’illusione che una strategia concreta. Con Calenda che chiede più armi, Schlein che cerca un equilibrio tra posizioni contrastanti e Conte che spinge per il disimpegno militare, il fronte progressista rischia di presentarsi diviso e indebolito di fronte alle prossime sfide politiche.