Alta tensione tra la Meloni e Salvini: la Premier “Sulle armi parli come il Pd non possiamo tirarci indietro”
Alta tensione nel vertice di maggioranza: la premier chiede serietà e lealtà sul piano Ue per il riarmo
Scontro a Palazzo Chigi sulla strategia italiana
Giorgia Meloni non nasconde l’irritazione durante il vertice con i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, convocato in vista del Consiglio europeo. La premier ha richiamato all’ordine gli alleati, con particolare riferimento al leader della Lega, per le sue recenti dichiarazioni critiche nei confronti del piano di riarmo europeo proposto da Ursula von der Leyen.
“Non è accettabile che si facciano le stesse dichiarazioni del Partito Democratico su un tema così delicato”, ha affermato Meloni in tono deciso, secondo fonti governative. L’incontro, a cui ha partecipato anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, si è rivelato acceso, con il capo del governo determinato a evitare spaccature su una questione strategica per l’Italia e per il suo posizionamento in Europa.
Meloni vuole evitare divisioni interne
L’obiettivo della premier è chiaro: evitare che il dibattito sul piano europeo per la difesa diventi terreno di scontro politico interno. Se da un lato Tajani ha espresso sostegno all’iniziativa della Commissione Europea, definendola “in linea con gli interessi del Partito Popolare Europeo“, dall’altro Salvini ha criticato il progetto sostenendo che “non si possono fare debiti comuni per le armi e non per scuole e sanità”.
Meloni ha cercato di rassicurare gli alleati, sottolineando che il governo italiano intende valutare attentamente il piano senza posizioni pregiudiziali, ma con la consapevolezza che lo scorporo delle spese militari dai vincoli di bilancio europeo è una richiesta storica dell’Italia. “Dobbiamo essere responsabili e coerenti”, avrebbe detto la premier, riferendosi alla necessità di mantenere una linea chiara a Bruxelles.
Preoccupazioni per la ripartizione dei fondi
Uno dei nodi che Palazzo Chigi intende affrontare riguarda l’utilizzo dei fondi di coesione per finanziare il riarmo. Meloni ha chiarito che l’Italia non intende attingere a queste risorse, essenziali per lo sviluppo delle regioni meridionali. La premier teme inoltre che il piano possa favorire in modo sproporzionato l’industria bellica francese, rafforzando la posizione della Francia a discapito dell’Italia.
Il tema del riarmo europeo rappresenta dunque una sfida per il governo, che deve bilanciare l’adesione alla strategia di Bruxelles con il consenso interno. In questo contesto, Meloni non vuole lasciare spazio a divisioni che potrebbero indebolire la posizione italiana nei negoziati europei e al contempo alimentare il confronto con l’elettorato.
Un equilibrio tra Europa e Stati Uniti
Oltre alle dinamiche interne, il governo deve gestire il delicato equilibrio tra il sostegno alla strategia europea e il mantenimento di un rapporto solido con gli Stati Uniti. Il sostegno a un rafforzamento della difesa europea, infatti, non deve essere percepito come un allontanamento dalla NATO o come una posizione contraria alle politiche di Donald Trump, con cui Salvini mantiene una forte sintonia politica.
Nei prossimi mesi, l’Italia potrebbe dover gestire un aumento significativo della spesa militare, con una possibile quota di 40-50 miliardi di euro destinata a investimenti nella difesa. Il Consiglio europeo di marzo sarà un test cruciale per verificare la tenuta della maggioranza su questo dossier e per delineare la posizione ufficiale del governo.
Con la consapevolezza che ogni mossa potrebbe avere un impatto sul consenso elettorale, Meloni cammina su una linea sottile tra prudenza e necessità di dimostrare una leadership forte sia in Europa che all’interno della sua coalizione.