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Renzi critica Von der Leyen: “Green Deal un disastro, servono gli Stati Uniti d’Europa”

Matteo Renzi attacca duramente la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, bocciando il suo operato e il suo approccio alle strategie comunitarie. Durante l’evento Bastage, in corso a Roma, il leader di Italia Viva ha espresso forti perplessità sui piani europei, in particolare sulle politiche ambientali e di difesa.

“Von der Leyen non sa fare piani strategici”

Renzi ha criticato apertamente la gestione della Commissione europea, sottolineando come l’attuale leadership abbia già dimostrato inefficienza nel delineare strategie di lungo termine. “Se c’è una persona che non è in grado di fare piani strategici in Europa è Ursula von der Leyen, perché il Green Deal che ha fatto è stato un disastro”, ha dichiarato l’ex premier italiano, riferendosi alla strategia europea per la transizione ecologica, accusata di aver messo in difficoltà numerose imprese.

L’appello per una difesa comune europea

Il leader di Italia Viva ha poi indicato la necessità di una maggiore cooperazione tra i Paesi membri sul fronte della difesa, sottolineando l’importanza di un’Europa più integrata e militarmente autonoma: “La cosa che serve è la difesa comune, sono gli Stati Uniti d’Europa e in prospettiva l’esercito europeo”. Secondo Renzi, il problema non è la quantità di fondi investiti nella difesa, ma il modo in cui vengono gestiti: “Si spendono tanti soldi in Italia, Francia, Germania, ma andrebbero ottimizzati”.

Scetticismo sul piano di riarmo europeo

Renzi ha poi espresso dubbi sulla strategia annunciata da Von der Leyen in merito alla spesa militare: “Fa questi piani strategici mirabolanti che poi finiscono col mettere in ginocchio le imprese, come è successo con il Green Deal”. Tuttavia, ha ribadito la sua convinzione che un’Europa più forte e coesa anche nel settore della difesa rappresenti un passo necessario: “L’idea di un’Europa che si mette insieme e che investe anche in difesa è un’idea vincente”.

Il dibattito sulla politica di difesa europea resta acceso, con posizioni differenti all’interno degli stessi schieramenti politici. Da un lato, la spinta verso una maggiore integrazione, dall’altro, il timore che alcune decisioni possano compromettere la competitività economica del continente.