Nuovo farmaco sperimentale raddoppia la sopravvivenza nei pazienti con glioblastoma, il cancro al cervello più aggressivo
Un trattamento innovativo ha mostrato risultati promettenti contro il tumore cerebrale più aggressivo. Il farmaco sperimentale ha migliorato nettamente le prospettive di sopravvivenza.
Un passo avanti nella lotta al glioblastoma
Un gruppo di ricercatori internazionali ha sviluppato un farmaco sperimentale in grado di raddoppiare la sopravvivenza media dei pazienti affetti da glioblastoma (GBM), il più comune e aggressivo tumore cerebrale primario. Il nuovo trattamento, denominato Rhenium Obisbemeda (186RNL), ha dimostrato di migliorare significativamente il tempo libero dalla progressione della malattia rispetto alle terapie attualmente disponibili.
Il glioblastoma è una delle forme di cancro più letali: la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è inferiore al 5% e i pazienti raramente superano i tre anni di vita. Le terapie standard prevedono chirurgia, radioterapia e chemioterapia, con una sopravvivenza media complessiva di circa 14 mesi. Tuttavia, la recidiva è molto frequente e, dopo il fallimento delle terapie convenzionali, la sopravvivenza media scende a soli otto mesi.
La sperimentazione clinica e i risultati ottenuti
Il nuovo trattamento è stato sviluppato dal Mays Cancer Center presso lo University of Texas Health Science Center di San Antonio, in collaborazione con diverse istituzioni di ricerca tra cui la Case Western Reserve University e il MD Anderson Cancer Center. Lo studio, guidato dal professor Andrew J. Brenner, ha coinvolto 21 pazienti con glioblastoma recidivante tra il 2015 e il 2021 nell’ambito del trial clinico di Fase 1 “ReSPECT-GBM”.
I pazienti hanno ricevuto il farmaco direttamente nel tumore cerebrale tramite cateteri, consentendo al radioisotopo renio-186 (186Re) di colpire selettivamente le cellule tumorali con elevate dosi di radiazioni beta. Questo approccio ha permesso una maggiore efficacia rispetto alla radioterapia tradizionale, con un minore impatto sui tessuti sani circostanti.
I risultati sono stati incoraggianti:
- Sopravvivenza complessiva migliorata: i pazienti trattati con dosaggi superiori a 100 gray (Gy) hanno raggiunto una sopravvivenza media di 17 mesi, rispetto agli 8 mesi delle terapie standard.
- Maggior tempo libero dalla progressione: la malattia ha impiegato in media sei mesi per progredire, contro i tempi molto più brevi registrati con le cure convenzionali.
- Buona tollerabilità del farmaco: il trattamento è stato ben tollerato, senza effetti collaterali significativi.
Prospettive future e prossimi passi
I ricercatori sottolineano che si tratta di un risultato preliminare, poiché lo studio di Fase 1 era focalizzato principalmente sulla sicurezza e sul dosaggio ottimale del farmaco. Tuttavia, il miglioramento della sopravvivenza rappresenta un segnale positivo per il futuro della ricerca contro il glioblastoma.
Entro la fine dell’anno, si concluderà anche lo studio di Fase 2, che permetterà di valutare più nel dettaglio l’efficacia del trattamento su un numero maggiore di pazienti. Se i risultati saranno confermati, il farmaco potrebbe diventare una nuova opzione terapeutica per i pazienti affetti da questo tumore altamente aggressivo.
L’innovazione nel trattamento del glioblastoma non si ferma qui: recentemente una terapia a base di cellule CAR-T ha mostrato risultati sorprendenti in un paziente di 72 anni, cancellando completamente il tumore. Tuttavia, si tratta di un caso isolato, su cui i ricercatori stanno ancora indagando.
Lo studio completo sui risultati del farmaco Rhenium Obisbemeda (186RNL) è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications, con il titolo “Convection enhanced delivery of Rhenium (186Re) Obisbemeda (186RNL) in recurrent glioma: a multicenter, single arm, phase 1 clinical trial”.