Bari & Puglia cronaca

Bari, polemica sul selfie dei consiglieri comunali dopo il salvataggio di Rosalia De Giosa

Scatti sorridenti dopo il recupero della donna dalle macerie del palazzo crollato in via De Amicis hanno scatenato indignazione sui social. La replica: “Un ringraziamento ai soccorritori”.

Il selfie della discordia

Dopo 27 ore di lavoro ininterrotto, i Vigili del Fuoco sono riusciti a estrarre viva dalle macerie Rosalia De Giosa, 74 anni, unica persona rimasta intrappolata nel crollo della palazzina in via De Amicis, a Bari. Un salvataggio che ha commosso l’intera città e ha acceso la speranza in una tragedia che poteva trasformarsi in una strage.

Tuttavia, la gioia per il lieto fine è stata offuscata da una polemica social scoppiata dopo che alcuni consiglieri comunali e municipali hanno pubblicato un selfie sorridente, scattato a pochi metri dalle macerie. Un gesto ritenuto inopportuno, considerando che molte famiglie hanno perso la casa e sono rimaste senza certezze per il futuro.

L’indignazione sui social

Gli scatti pubblicati sui profili di alcuni esponenti della politica barese hanno suscitato reazioni contrastanti. In molti hanno sottolineato come il momento richiedesse sobrietà e rispetto per le vittime del disastro.

“È una tragedia perché poteva essere una strage”, scrive un utente su Facebook. “Decine di famiglie oggi si trovano senza casa, senza un lavoro, senza alcun tipo di garanzia per il futuro. Cosa c’è da sorridere?”

Un altro commento è ancora più critico: “Il selfie lo avrebbe dovuto fare la fortuna con il caso, perché è solo grazie a loro che si è evitata una strage e solo grazie ai soccorritori che si è salvata una vita”.

La replica dei consiglieri

A rispondere alle critiche è stato il consigliere municipale Marco Pesce, che ha spiegato che il selfie non voleva essere una mancanza di rispetto, ma un tributo ai Vigili del Fuoco:

“Il nostro scatto è stato una forma di ringraziamento al corpo dei Vigili del Fuoco, che ha lavorato senza sosta per più di un giorno. Non ci vergogniamo, perché siamo persone prima di essere istituzioni. E in quell’abbraccio c’è tutta la nostra gratitudine”.

Pesce ha poi sottolineato come i loro sorrisi non fossero di gioia per sé stessi, ma frutto di 27 ore di speranza e supporto alla comunità colpita dal disastro.

Le critiche non si fermano

Nonostante le spiegazioni, le polemiche non si placano. Molti utenti hanno evidenziato l’inopportunità di postare un selfie in un contesto di dolore e distruzione:

“Se l’intento era ringraziare le forze dell’ordine, perché postare un selfie? Il problema non è il ringraziamento, ma l’ostentazione sui social. È un segno di come la narrazione digitale abbia preso il sopravvento anche sulle dimensioni più intime, come il dolore e la gratitudine”.

Inoltre, secondo alcune segnalazioni, l’accesso alla zona delle macerie era vietato ai non addetti ai lavori. Mentre giornalisti e operatori televisivi sono stati costretti a seguire l’evento da una distanza di sicurezza, alcuni politici sarebbero stati autorizzati a entrare nell’area del crollo. Un altro elemento che ha contribuito ad alimentare le critiche.

Una comunità ancora scossa

La tragedia di via De Amicis ha lasciato profondi segni nel quartiere Carrassi e tra gli sfollati, che ora si trovano senza casa e senza risposte sul loro futuro. Rosalia De Giosa è viva per miracolo, ma la situazione resta drammatica per molte famiglie colpite.

Mentre le polemiche infuriano, resta un dato di fatto: la vera immagine simbolo del salvataggio non è un selfie, ma il sacrificio e la dedizione dei soccorritori che hanno scavato tra le macerie per riportare in vita Rosalia.