Fratelli d’Italia e il pressing su Von der Leyen: la proposta di rinominare il piano di difesa Ue
Fratelli d’Italia torna a far sentire la propria voce sulla difesa europea, con un’iniziativa che punta a modificare la denominazione di un piano cruciale per il futuro della sicurezza continentale. Il tema riguarda la risoluzione sulla difesa europea, attualmente sotto discussione al Parlamento europeo, e in particolare il piano proposto dalla presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen. Il gruppo parlamentare di FdI ha presentato un emendamento che chiede di cambiare il nome del piano, sostituendo “ReArm Europe” con “Defend Europe”. Non si tratta di una mera questione linguistica, ma di un chiaro segnale politico che FdI intende lanciare in merito alla natura e agli obiettivi di questa iniziativa.
Un messaggio politico e culturale
L’emendamento presentato dai deputati di FdI, tra cui il capodelegazione Carlo Fidanza, la vicepresidente della Commissione Industria Elena Donazzan e il vicepresidente delle Commissioni Sicurezza e Difesa Alberico Gambino, non intende solo modificare un titolo. Secondo i firmatari, il titolo “ReArm Europe” rischia di dare un messaggio troppo limitato, associando il piano esclusivamente a un aspetto militare, mentre l’obiettivo dovrebbe essere molto più ampio. “Il piano non riguarda solo l’aumento delle capacità militari, ma deve affrontare anche minacce ibride come la cybersicurezza e la protezione delle infrastrutture critiche”, hanno spiegato i deputati. L’emendamento mira, quindi, a sottolineare la necessità di un’azione complessiva che riguardi la difesa su tutti i fronti, dalle tecnologie alle infrastrutture, per proteggere le libertà fondamentali dei cittadini europei.
Una critica al piano e alle sue implicazioni geopolitiche
Oltre alla modifica del titolo, i membri di FdI hanno espresso anche preoccupazioni circa la mancanza di chiarezza sulle fonti di finanziamento del piano e sul suo allineamento con gli alleati internazionali. Nicola Procaccini, eurodeputato di FdI e co-presidente del gruppo Conservatori al Parlamento europeo, ha sottolineato come la visione del piano come una reazione agli Stati Uniti e all’amministrazione Trump sia fuorviante. “Investire nella difesa è un atto di dignità e di rispetto per i nostri alleati”, ha dichiarato. Per Procaccini, la difesa europea deve essere intesa come un impegno autonomo, ma anche come parte integrante di un contesto internazionale, che non può prescindere dal legame con la NATO e gli Stati Uniti.
Una riflessione sulle contraddizioni europee
Infine, Procaccini ha messo in evidenza le contraddizioni della politica europea, criticando l’approccio dell’Unione che, pur chiedendo maggiore autonomia in campo difensivo, ha spesso messo in discussione i propri alleati storici. L’eurodeputato ha ricordato come, in passato, le amministrazioni statunitensi, a partire da Obama fino a Biden, avessero chiesto all’Europa di assumersi maggiori responsabilità nella difesa, evitando di fare affidamento esclusivamente sui sacrifici degli Stati Uniti. Il commento finale ha portato l’attenzione sulla necessità di una difesa europea forte, ma in linea con gli impegni internazionali, specialmente nei confronti di una NATO sempre più centrale nella strategia di sicurezza del continente.
L’emendamento di FdI, dunque, propone una visione più ampia e inclusiva della difesa europea, lontana da una semplice logica di riarmo militare. La proposta mira a garantire una risposta solida e coordinata a tutte le minacce che l’Europa si trova a fronteggiare, confermando l’importanza di un impegno condiviso su scala internazionale.