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Vannacci ironizza in diretta: “Parenzo ha comprato la Tesla della Piccolotti”. E torna il caso dell’auto elettrica nella sinistra ecologista

Botta e risposta a L’Aria che Tira tra il generale leghista e il conduttore. Sullo sfondo, la polemica mai sopita su Fratoianni, Musk e l’auto “scomoda”.

Il ritorno della Tesla “rossa”: Vannacci punzecchia Parenzo

Non si è fatta attendere la provocazione di Roberto Vannacci, ospite a L’Aria che Tira su La7, dove il conduttore David Parenzo aveva appena introdotto il tema della fiducia mancata a Friedrich Merz in Germania. Dopo la domanda ironica su come stesse, Vannacci ha colto la palla al balzo per riportare al centro dell’attenzione la Tesla di Elisabetta Piccolotti, già oggetto di polemiche e satire nei mesi scorsi.

«Mi hanno detto che ha comprato la Tesla della Piccolotti, c’è Kamal che è disperato perché non la sa guidare», ha esordito Vannacci, riferendosi all’autista del conduttore. Una battuta che ha colto Parenzo di sorpresa: «Non ho comprato macchine», ha replicato con un sorriso tirato.

Ma il generale non ha mollato: «No no, mi hanno detto che ha acquistato la Tesla dalla Piccolotti, vedo che sta seguendo questa grande onda di Muskismo… Bravo, bravo, bravo dottor Parenzo», ha rincarato, tra l’ilarità dello studio.

Fratoianni, Musk e l’auto della discordia

Il riferimento di Vannacci riporta a galla una vicenda che aveva già scatenato il dibattito pubblico: quella dell’auto elettrica Tesla acquistata da Elisabetta Piccolotti, parlamentare di Avs, e guidata da suo marito Nicola Fratoianni, leader dello stesso schieramento e notoriamente critico verso Elon Musk e le sue posizioni politiche.

La contraddizione – secondo molti interna ed esterna alla sinistra – era balzata subito agli onori della cronaca. Quando scoperto alla guida della Tesla, Fratoianni aveva giustificato l’acquisto scaricando la responsabilità sulla moglie, che aveva poi spiegato: «Siamo ecologisti e coerenti, volevamo un’auto elettrica con grande autonomia». Piccolotti aveva anche aggiunto, non senza ironia, che l’acquisto risaliva a quando Musk non era ancora diventato “nazista”, in riferimento alle simpatie del magnate per ambienti conservatori americani.

Polemica infinita e sarcasmo trasversale

Il caso è diventato per settimane bersaglio di satira, meme e critiche, spesso strumentalizzate da partiti avversari per sottolineare l’incoerenza della sinistra ecologista. Il ritorno dell’argomento in televisione, con il tono sarcastico di Vannacci, dimostra quanto quel simbolo – un’auto elettrica – sia ormai diventato un caso politico e comunicativo.

In un clima di campagna elettorale permanente, anche una Tesla può trasformarsi da scelta ecologica a boomerang ideologico. E la battuta in diretta di Vannacci, volutamente provocatoria, ha riaperto la ferita con una risata velenosa.