Studente critica Israele nella tesi di laurea: l’Università non gli rilascia il diploma
Durante la cerimonia di laurea, uno studente della NYU ha denunciato le violenze a Gaza. L’università ha sospeso il diploma e avviato un procedimento disciplinare.
Discorso pubblico sulla guerra a Gaza durante la cerimonia
NEW YORK – Durante la cerimonia di laurea della Gallatin School of Individualized Study della New York University, lo studente Logan Rozos ha utilizzato il suo intervento per denunciare le violenze in corso nella Striscia di Gaza. Il discorso ha attirato l’attenzione dell’ateneo, che ha successivamente deciso di sospendere il rilascio del diploma e di avviare un’azione disciplinare nei confronti del laureando.
Nel suo intervento, Rozos ha dichiarato: «L’unica cosa che è appropriato dire in questo momento e a un gruppo così numeroso è che bisogna riconoscere le atrocità che stanno avvenendo in Palestina». Ha poi proseguito affermando che «il genocidio attualmente in corso è sostenuto politicamente e militarmente dagli Stati Uniti, è pagato con i soldi delle nostre tasse ed è stato trasmesso in livestreaming sui nostri telefoni per gli ultimi 18 mesi». Il giovane ha concluso spiegando di parlare «a nome di tutte le persone di coscienza che sentono la ferita morale di queste atrocità».
Le parole dello studente sono state accolte da una parte del pubblico con applausi, ma hanno anche sollevato critiche, in particolare da parte dell’amministrazione dell’università.
La risposta dell’ateneo e il quadro normativo interno
La New York University ha pubblicato una nota ufficiale in cui ha espresso disapprovazione per quanto accaduto. «Condanniamo fermamente la scelta di uno studente di approfittare dell’occasione per esprimere le sue opinioni politiche personali», ha affermato l’istituto. La NYU ha inoltre spiegato che il laureando «ha mentito sul discorso che avrebbe tenuto e ha violato l’impegno preso di rispettare le nostre regole».
Secondo quanto comunicato, l’università ritiene che l’intervento di Rozos abbia compromesso il valore della cerimonia per gli altri partecipanti. «La NYU è profondamente dispiaciuta che il pubblico sia stato sottoposto a queste affermazioni e che questo momento sia stato rubato da qualcuno che ha abusato di un privilegio che gli era stato conferito», si legge nella nota.
L’ateneo ha sottolineato che, già da agosto scorso, sono state aggiornate le linee guida in materia di condotta, con l’inserimento di alcune espressioni tra gli esempi di linguaggio discriminatorio, tra cui il termine “sionista”. Queste modifiche sono arrivate in seguito a mesi di mobilitazioni studentesche nei campus della NYU e in altre università statunitensi, organizzate in segno di solidarietà con la popolazione palestinese.
Negli ultimi mesi, l’università ha inoltre preso provvedimenti nei confronti di due docenti, giudicati “persone non grate” dopo che avevano criticato l’istituto per un presunto aumento delle restrizioni nei confronti delle opinioni espresse contro la guerra. Secondo alcune ricostruzioni, queste scelte sarebbero state influenzate dalle pressioni di donatori privati, esponenti politici e organizzazioni filo-israeliane.