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Immigrazione sotto accusa, Vannacci provoca: “Ora parliamo di chi deve tornare al suo paese d’origine”

Il generale e vicesegretario della Lega invia un videomessaggio all’evento di Gallarate: “La reimmigrazione non è discriminazione, ma una scelta di coraggio”.

Il messaggio di Vannacci: “Sostegno pieno, anche se a distanza”

Mi dispiace non poter essere fisicamente con voi per questo importante appuntamento, ma ci tengo a far sentire mia voce e a dare il mio pieno sostegno”. Così si apre il videomessaggio del generale Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega, inviato al Remigration Summit che si sta svolgendo a Gallarate, in provincia di Varese. L’intervento, pur a distanza, segna una presenza politica significativa in un evento destinato a far discutere.

Il focus dell’incontro è infatti uno dei temi più controversi del dibattito politico e sociale: la reimmigrazione. Un argomento che, secondo Vannacci, è stato colpevolmente ignorato dal confronto pubblico.

“La reimmigrazione non è odio, ma buon senso”

Il tema che affrontate oggi è coraggioso ma necessario – ha detto Vannacci – e soprattutto è stato un tema che per troppo tempo è stato assente dal dibattito: la reimmigrazione”.

Nel suo intervento il generale ha voluto sgombrare il campo da eventuali strumentalizzazioni: “Quando parliamo di reimmigrazione, non stiamo parlando di odio o di discriminazione, come molti ci accusano, ma stiamo parlando di buon senso”. Una posizione netta, che riflette una linea politica coerente con le recenti dichiarazioni del vicesegretario leghista in tema di sicurezza, sovranità e identità nazionale.

Un tema destinato a dividere

Le parole di Roberto Vannacci arrivano in un momento particolarmente delicato per il dibattito sull’immigrazione, e promettono di riaccendere le polemiche. Il concetto di “reimmigrazione” – che implica il ritorno di stranieri nei Paesi d’origine – è tra i più divisivi dell’agenda politica contemporanea, soprattutto in un contesto europeo che si interroga sulla gestione dei flussi migratori e sull’integrazione.

Il Remigration Summit si pone dunque come un catalizzatore per una proposta politica che, per ora, resta ai margini del dibattito istituzionale, ma che trova sempre più spazio in alcune aree del centrodestra.