“Parla un inglese eccellente, grazie a Michael Jackson”: Rubio elogia Meloni davanti a Trump
Il segretario di Stato Usa svela l’aneddoto durante una cena a Washington. La premier italiana conquista gli americani con le sue abilità linguistiche.
Meloni conquista Washington: “Il suo inglese? Perfetto, grazie alla musica”
Un complimento inaspettato e un aneddoto curioso arrivano da Washington, dove il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha lodato pubblicamente la premier italiana Giorgia Meloni, durante una cena di beneficenza al Kennedy Center, alla presenza dell’ex presidente Donald Trump.
Rubio, considerato uno degli uomini chiave nella politica estera del fronte trumpiano, ha ricordato il recente incontro con la premier italiana a Roma, in occasione della cerimonia per l’inizio del pontificato di Papa Leone XIV, a cui aveva partecipato insieme al senatore JD Vance e alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Ma è stato nel corso di una precedente visita a Mar-a-Lago, lo scorso gennaio, che Rubio ha avuto la conferma delle capacità linguistiche della presidente del Consiglio.
“Qualche mese fa il presidente Trump ha ricevuto Giorgia Meloni in Florida. Parla un inglese eccellente. Le ho chiesto: ‘Come fai a parlarlo così bene? Dove l’hai imparato?’ Sapete cosa mi ha risposto? ‘Da Michael Jackson’”, ha raccontato Rubio, strappando sorrisi e applausi.
“Un segno dell’influenza culturale americana nel mondo”
Il riferimento era ovviamente alle canzoni dell’icona pop americana, che secondo quanto riferito dalla stessa Meloni avrebbero contribuito al suo apprendimento dell’inglese. “Non che Michael Jackson le abbia dato lezioni personali”, ha ironizzato Rubio, “ma l’ha imparato ascoltando la sua musica. Questo vi fa capire quanta influenza ha la nostra cultura nel mondo”.
Il retroscena, oltre a sottolineare il buon rapporto personale tra la premier e i vertici del Partito Repubblicano americano, conferma l’attenzione e l’apprezzamento con cui Meloni è seguita negli ambienti vicini a Donald Trump. Proprio la visita a Mar-a-Lago, avvenuta all’inizio dell’anno, fu decisiva per sbloccare – secondo fonti diplomatiche – la delicata vicenda della detenzione della giornalista Cecilia Sala in Iran.
Diplomazia informale e soft power personale
Le dichiarazioni di Marco Rubio non sono passate inosservate nei corridoi della diplomazia. Lodi di questo tipo, provenienti da un personaggio di primo piano dell’amministrazione conservatrice americana, confermano il posizionamento crescente della premier italiana nello scacchiere atlantico. Un ruolo costruito anche su elementi personali, come la disinvoltura con la lingua inglese e la capacità di muoversi con naturalezza in contesti internazionali.
Nel frattempo, a Palazzo Chigi si sottolinea l’importanza di rafforzare i legami strategici tra Italia e Stati Uniti, a prescindere dagli equilibri politici interni ai due Paesi. Ma che Meloni goda di grande credito presso il mondo trumpiano appare oggi più evidente che mai.
Bravo Vannacci