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Dietro il sorriso, l’assalto: Silvia Salis prepara la scalata a Elly Schlein

La neo-sindaca Silvia Salis insediata a Palazzo Tursi tra le tensioni con il Pd e i nodi della giunta: “È solo l’inizio”.

Silvia Salis alla guida di Genova, ma i dem rumoreggiano

Alle 10 del mattino di lunedì, Silvia Salis ha fatto il suo ingresso ufficiale a Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova. Da quel momento, la ex campionessa del lancio del martello è sindaca della città. Ma le prime ore del suo mandato non sono state tranquille. Prima ancora dell’insediamento, aveva già rilasciato tre interviste per chiarire: “È prematuro parlare di un mio ruolo nazionale, ho un mandato di cinque anni, anche di più se le cose andranno bene”.

Una puntualizzazione che ha fatto storcere più di un naso nel Pd, partito che ha contribuito con il 30% dei voti al successo della coalizione, contro l’8,8% ottenuto dalla lista civica della stessa Salis. Eppure, nei primi giorni da sindaca, l’ex atleta ha scelto un profilo autonomo, generando mugugni tra i dirigenti locali del Partito Democratico. “Siamo in pieno leaderismo renziano”, commenta con fastidio un esponente dem ligure, ricordando i trascorsi politici della sindaca proprio alla Leopolda.

La giunta, i malumori e le richieste di poltrone

La costruzione della squadra di governo è il primo banco di prova. Il Pd rivendica almeno sei assessorati, forte dei quindici consiglieri eletti. Per ora avrà la vice-sindacatura, affidata ad Alessandro Terrile, con delega al bilancio. Ma il partito punta a ruoli chiave come i lavori pubblici, che potrebbero andare a Massimo Ferrante. I 5 Stelle avranno un solo assessorato, Avs forse due, ma inizialmente ne erano stati promessi tre.

Salis, dal canto suo, reclama due posti per la sua lista, uno dei quali sarebbe destinato alla Cultura, probabilmente a Silvia Pericu, figlia dell’ex sindaco Giuseppe Pericu. Resta però la questione del 2% ottenuto dalla lista dei moderati di area renziana e calendiana. Due consiglieri eletti, numeri piccoli ma strategici per la maggioranza. La coalizione si chiede: sarà data una delega anche a loro, come le Politiche sociali alla ex forzista Cristina Lodi, oppure si proverà a tenerli fuori?

Nel frattempo, Fausto Brizzi, marito della sindaca, osserva e consiglia da dietro le quinte. Secondo i ben informati, il regista non si tira indietro nel sostenere le ambizioni della moglie. Genova, però, guarda ai fatti più che agli scenari.

Sky Metro, Gronda e funivia: le prime scelte da sindaca del fare o del fermare

A pesare davvero, però, saranno le scelte politiche. A partire dallo Sky Metro, il progetto di metropolitana urbana da 349 milioni, già finanziato dal governo per collegare la Val Bisagno al centro. In campagna elettorale Salis aveva promesso di bloccarlo, e il quartiere l’ha premiata. Ora ha chiesto una proroga, ma Roma potrebbe non concederla.

C’è poi la funivia dei castelli, altra opera finanziata ma contestata a sinistra, e la Gronda, la nuova arteria autostradale da 57 chilometri per snellire il traffico. Tutte scelte strategiche, che diranno se la neo-sindaca sarà capace di mediare tra anime diverse o finirà per scontentare qualcuno.

La vera sfida sarà trovare un equilibrio tra Pd, riformisti e sinistra radicale, per non inceppare subito la macchina di governo. Una cosa è certa: per governare Genova, Silvia Salis dovrà fare più di un lancio preciso.