Caso Salis, il Parlamento Ue valuta la revoca dell’immunità, “Rischia 20 anni di carcere”
La Commissione giuridica discuterà a porte chiuse: l’eurodeputata rischia fino a 20 anni di carcere
Revoca dell’immunità, il caso approda a Bruxelles
Sarà affrontato domani, mercoledì 4 giugno, dalla Commissione giuridica del Parlamento europeo il caso di Ilaria Salis, la giovane maestra milanese divenuta eurodeputata con Alleanza Verdi e Sinistra. Arrestata nel 2023 a Budapest, Salis era finita in carcere con l’accusa di aver aggredito due militanti di estrema destra durante una manifestazione. Dopo oltre un anno in custodia cautelare e il recente passaggio ai domiciliari, ora il suo futuro politico e giudiziario si intrecciano a Bruxelles.
La discussione si svolgerà a porte chiuse e non prevede ancora un voto: il compito della Commissione sarà quello di analizzare la richiesta di revoca dell’immunità avanzata dal Tribunale di Budapest, ma la decisione finale spetterà all’intera Aula del Parlamento europeo, dove Salis ora siede.
Accusa pre-elezione e rischio 20 anni di carcere
Uno dei punti centrali della discussione sarà il fatto che l’accusa di lesioni gravi nei confronti dell’eurodeputata risale a prima della sua elezione. Ilaria Salis ha rifiutato il rito abbreviato e il patteggiamento proposto dalla giustizia ungherese, che prevedeva una pena di 11 anni. Invece ha scelto di affrontare il processo ordinario, per un’accusa che prevede una condanna fino a 20 anni.
Dopo aver trascorso quindici mesi in detenzione preventiva, nel maggio 2024 è stata trasferita agli arresti domiciliari, sempre in territorio ungherese. Intanto, la sua elezione al Parlamento europeo ha reso necessario un esame da parte delle istituzioni comunitarie, tenendo conto del principio dell’immunità parlamentare previsto per gli eurodeputati.
Preoccupazioni sullo stato di diritto in Ungheria
Un altro aspetto cruciale che sarà valutato riguarda la situazione dello stato di diritto in Ungheria. Le immagini di Salis in aula, con catene ai polsi e alle caviglie, hanno fatto il giro d’Europa, suscitando forti critiche da parte di giuristi e osservatori internazionali. Numerosi esperti hanno sollevato dubbi sulla tutela dei diritti umani, sulla trasparenza e sulla terzietà della magistratura ungherese.
Tutti questi elementi influenzeranno inevitabilmente la decisione della Commissione giuridica e, successivamente, quella dell’Aula del Parlamento europeo, chiamata a stabilire se le accuse formulate contro Salis siano compatibili con l’immunità parlamentare o se sia necessario rimuoverla per consentire il pieno svolgimento del processo.