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Conte liquida Grillo: “Io faccio politica, le cause le vincono i miei avvocati”

Nel caos tra fondatore e leader del Movimento 5 Stelle, Conte prende le distanze e Toninelli attacca: “Usa un simbolo che ha stravolto”

Conte ignora Grillo: “Le aule di tribunale non mi riguardano”

La spaccatura interna al Movimento 5 Stelle è ormai irreversibile. Il fondatore Beppe Grillo ha avviato un’azione legale per riappropriarsi del nome e del simbolo del partito da lui stesso creato. Ma il presidente del M5S, Giuseppe Conte, sceglie la linea della freddezza e, intervenendo all’evento SkyTg24 Live In, taglia corto: “Non è una questione che mi riguarda, io mi occupo di politica. Le questioni giudiziarie le trattano i miei avvocati e fin qui con me non hanno mai perso una causa”.

Parole che suonano come una chiusura netta a qualunque confronto con il garante, il comico genovese, che negli ultimi mesi ha più volte espresso pubblicamente disagio per l’evoluzione politica impressa da Conte al Movimento.

Toninelli difende Grillo: “Non è vendetta, è giustizia”

A lanciare il contrattacco ci pensa Danilo Toninelli, ex ministro ed esponente storico dei 5 Stelle, intervenuto alla trasmissione Controinformazione su Radio Cusano Campus. “La causa intentata da Beppe Grillo contro Giuseppe Conte non è una vendetta ma un’azione di giustizia. Conte guida un partito che non è più il Movimento 5 Stelle”, ha dichiarato.

Secondo Toninelli, Grillo avrebbe atteso sei mesi, auspicando che Conte facesse un passo indietro sull’uso del simbolo. “Non ottenendo risposta, ora sta preparando l’unico strumento possibile per porre fine a questa sofferenza e agonia: un Movimento che esiste come simbolo, ma non più come insieme di regole e valori”.

Un’accusa politica pesante, che mina la legittimità stessa dell’attuale M5S. “Prosegua pure con la sua forza politica – ha affondato Toninelli – ma senza appropriarsi dell’identità del Movimento. È politicamente illegittimo”.

L’ombra del tribunale sul destino dei Cinque Stelle

A smentire l’ottimismo di Conte arriva anche una puntualizzazione dell’ex senatore grillino: “Si sbagliano quelli che dicono che non ha mai perso cause legali. Quelle cause non avevano nulla a che vedere con la titolarità del simbolo”.

La battaglia legale in corso è ben diversa: qui si gioca l’identità del Movimento e, forse, la sua eredità storica.

Toninelli, infine, lancia un appello nostalgico ma simbolico: “Spero venga data una degna sepoltura al Movimento 5 Stelle. Se Beppe Grillo dovesse fondare una nuova forza politica ispirata ai valori originari, la voterei. Ma non ne farei parte come politico: ho sposato il principio del limite dei due mandati. Potrei solo dare una mano a trasmettere i valori originari”.