Conte scarica la Schlein: “Prematuro parlare di premier”. E la luna di miele con il Pd finisce prima di cominciare
Duro affondo di Conte, leader M5S, alla segretaria Dem: il campo largo traballa, e il gelo tra alleati si fa sempre più evidente.
Conte scarica Schlein alla vigilia dei referendum
Una doccia fredda per Elly Schlein, e non solo sul piano politico. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha deciso di rompere gli indugi e, ospite di Un giorno da pecora, ha lanciato un messaggio chiarissimo alla segretaria del Partito Democratico: «È un po’ prematuro», ha tagliato corto quando gli è stato chiesto se Schlein sarà la candidata premier della coalizione.
Un colpo duro, che arriva proprio alla vigilia del weekend più delicato per la coalizione progressista, tra la marcia per Gaza e il voto referendario. Eppure, Schlein aveva fin qui cercato di tenere insieme i cocci con una strategia “testardamente unitaria”, come l’aveva definita lei stessa.
Un campo largo sempre più stretto: i veleni interni
La dichiarazione di Conte non è casuale. I ben informati raccontano di un piano già in moto, con il leader pentastellato deciso a logorare la leadership della collega del Nazareno. Il paragone con la “rana bollita” è fin troppo calzante: inizialmente tutto sembra tranquillo, poi la temperatura politica sale fino a rendere insostenibile la situazione per la segretaria Dem.
A peggiorare la situazione, anche la questione Campania. Lì Conte punta a far eleggere Roberto Fico alla guida della Regione, chiedendo al Pd un assegno in bianco. Ma lo “Sceriffo” Vincenzo De Luca resta un ostacolo insormontabile. L’unica soluzione possibile? Le primarie di coalizione, ma l’accordo appare lontano.
Pressioni su Firenze, nuove fratture sul caso Meyer
Intanto, la tensione tra gli alleati cresce anche a Firenze, dove il Movimento 5 Stelle ha alzato i toni contro Marco Carrai, console onorario di Israele e presidente della Fondazione pediatrica Meyer. Diverse associazioni – da Firenze per la Palestina a Sinistra Progetto Comune – hanno annunciato un’iniziativa pubblica per chiederne le dimissioni. Un’altra mina politica sotto i piedi del Pd, accusato di ambiguità nei rapporti con lo Stato ebraico.
La dinamica è sempre la stessa: da un lato Schlein cerca la coesione, dall’altro gli alleati moltiplicano gli strappi. Le tensioni con i 5 Stelle non sono più solo ideologiche, ma strategiche: l’asse sulla pace, i referendum, le alleanze locali. Tutti temi che Conte sembra voler usare per ridisegnare i rapporti di forza nel campo progressista.