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Referendum bocciato: flop di partecipazione, il Pd non si perde d’animo “Abbiamo un fronte unito che vale il centrodestra”

Il quorum non raggiunto (circa 30 %): sconfitti Pd, CGIL e opposizione. Il Governo ne esce rafforzato, si apre il dibattito sul futuro referendario.

Astensione record sancisce il fallimento

Il referendum sui temi di lavoro e cittadinanza, tra i cinque quesiti in votazione, non ha superato il quorum del 50 % più uno, fermandosi a circa il 30 % di affluenza. Francia – nonostante prevalessero i “sì” tra i votanti – nessuno dei quesiti è stato valido per mancanza di quorum. La scelta di non votare, rafforzata dalle dichiarazioni del centrodestra, ha determinato un esito dirompente e inatteso.

Opposizione e sindacati sotto choc

La sinistra, trainata da Pd e CGIL, si ritrova in una profonda crisi politica. Elly Schlein, segretaria dem, ha sottolineato la mobilitazione di oltre 14 milioni di persone, più dei voti raccolti dalla maggioranza di governo nel 2022, invitando a non banalizzare l’esito e a riflettere sull’astensione scelta come strumento di dissenso. Tuttavia, diversi esponenti del centrosinistra – tra cui pochi membri della minoranza del Pd – hanno definito la campagna referendaria un “errore strategico” e un “autogol” politico.

Sistema referendario in discussione

Il flop riporta al centro del dibattito la validità del sistema referendario, tanto dal lato dei quorum quanto da quello della preparazione del tema. Lorenzo Pregliasco, analista politico, ha osservato che questi risultati dimostrano “la necessità di rivedere la soglia di quorum, rapportandola alla partecipazione effettiva alla crisi democratica”. Mentre il centrodestra esulta e si mostra rafforzato, si moltiplicano le voci per una revisione strutturale delle regole referendarie.