Italia & Dintorni

Feltri attacca la sinistra: “La scuola è un campo di battaglia, esiliamo i genitori e i docenti frustrati”

Il direttore onorario di Libero elogia la proposta del ministro: “Studiare i classici eleva l’anima, altro che vecchiume”

Valditara rilancia latino e poesia: “Una scuola che forma, non che addestra”

Nel suo consueto editoriale, Vittorio Feltri si schiera a favore delle proposte del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che intende reintrodurre lo studio del latino nelle scuole medie, valorizzare la memorizzazione della poesia e ripristinare l’insegnamento della geografia e del riassunto. Secondo Feltri, si tratta di un tentativo serio e necessario per riportare la scuola italiana a un livello di “decenza minima”.

Il giornalista sottolinea come la scuola sia ormai diventata il bersaglio di frustrazioni familiari e sociali, dove a pagare è sempre e solo il ministro di turno. Dal suo punto di vista, Valditara merita rispetto per lo zelo dimostrato e per il coraggio di proporre contenuti culturali che, sebbene impopolari, contribuiscono a formare la mente e lo spirito degli studenti.

«Il latino fu ritenuto uno strumento di discriminazione da una certa sinistra ideologica», ricorda Feltri, spiegando come la lingua dei classici fu espunta dalla scuola media dopo un primo tentativo negli anni ’60. Eppure, secondo lui, nessun docente ne ha mai veramente rimpianto la scomparsa: «Un’opportunità preziosa buttata nel cesso».

Poesia, memoria e cultura umanistica: “Allenano l’anima e la mente”

Il direttore onorario di Libero evoca la propria esperienza scolastica per difendere l’importanza della cultura umanistica: dalle conversazioni in latino con il suo insegnante monsignor Angelo Meli, fino alla fatica – e alla bellezza – di imparare a memoria i versi di Manzoni, Pascoli e Leopardi. «Con il declamare la frase si chiariva», scrive. «I tormenti del condottiero domito, il sabato del villaggio, il pianto delle stelle: erano spiragli che accendevano l’anima».

Per Feltri, la poesia rappresenta uno strumento educativo che va ben oltre la mera retorica: aiuta a comprendere le emozioni, affrontare il dolore, elaborare la realtà. Non mancano riferimenti al presente: «Oggi, proporre un componimento poetico viene vissuto dai genitori come una tortura». E critica senza mezzi termini i “genitori rompiballe” che ostacolano i docenti, disinteressati alla crescita culturale dei propri figli e pronti solo a protestare.

Attacco alla sinistra e agli insegnanti rassegnati: “Tutti colpevoli del declino”

Nel finale, Feltri punta il dito anche contro una parte del corpo docente, accusando alcuni insegnanti di aver perso passione e capacità comunicativa: «Se ti parlano di Ungaretti come se andassero al patibolo, trasmettono solo noia». E aggiunge: «È vero che sono malpagati e poco considerati, ma molti si sono arresi».

Secondo il giornalista, è ipocrita attribuire tutte le colpe del declino scolastico ai governi. Il vero problema, afferma, è culturale. E la proposta di Valditara, pur destinata a incontrare resistenze ideologiche, rappresenta un’ancora di salvezza. «Lo accuseranno di conservatorismo, grideranno al fascismo, vedranno lo zampino della Meloni nello studio del Manzoni. E allora torneremo ad abolire tutto, per far felici gli ignoranti in nome dell’inclusione».