Calenda demolisce Salvini: “Parla come un ubriaco al bar dopo aver bevuto tre grappe. Ma è vicepremier”
Il leader di Azione attacca duramente il numero uno della Lega: “Spara fesserie come dopo tre grappe. Il problema è che sta al governo”.
“Salvini? Un commentatore da bar, come uno ubriaco dopo tre grappe”
Parole di fuoco quelle pronunciate da Carlo Calenda a L’aria che tira su La7. Ospite del talk condotto da Myrta Merlino, il leader di Azione ha riservato un attacco senza precedenti al vicepremier Matteo Salvini, colpevole – a suo dire – di esternazioni “a vanvera” su temi internazionali di massima delicatezza. “Parla come un ubriaco al bar che, dopo tre grappe, spara la prima sciocchezza che gli viene in mente”, ha detto Calenda.
Il riferimento è alle dichiarazioni del leader leghista ai microfoni di RTL 102.5, dove Salvini ha elogiato Donald Trump per aver aperto all’ipotesi di un ruolo di Vladimir Putin come mediatore nel conflitto tra Israele e Iran. “Se Trump dice qualcosa del genere, non sarà campata in aria. Magari ha degli elementi”, aveva detto Salvini.
Parole che hanno mandato su tutte le furie l’ex ministro dello Sviluppo Economico: “Non esiste nessun dialogo tra Zelensky e Putin. Salvini parla a vanvera, come un cazzeggiatore da bar”.
“La democrazia italiana è messa così perché uno così sta al governo”
Calenda non si è limitato all’ironia, ma ha affondato il colpo con un ragionamento politico più ampio: “Il vero problema è che Salvini è vicepremier. È per questo che la democrazia italiana è ridotta così”.
Il leader di Azione ha usato anche riferimenti personali per denunciare l’inadeguatezza, secondo lui, del ministro dei Trasporti: “Mia moglie è rimasta bloccata quattro ore su un treno. Ma a Salvini che gliene frega?”. E ancora: “Un giorno parla del Milan, poi delle piste ciclabili, poi dei crimini. Sembra uno che entra al bar e chiede: ‘Oggi parliamo di X-Factor o di calcio?’. Ecco, Salvini è così. Cazzeggia”.
“Anche Meloni non ne può più di lui, ma resta lì”
Calenda si è detto convinto che nemmeno Giorgia Meloni sopporti più l’atteggiamento del leader leghista: “Sono certo che anche lei non ne possa più. Ma lui resta lì, pacioso e tranquillo”. E ha chiuso con un’immagine volutamente caricaturale: “Che gli importa se i treni sono in ritardo? Lui parla, bacia i prosciutti e saluta le mucche”.
Una vera e propria demolizione pubblica, che segna un nuovo capitolo nello scontro aperto tra l’area riformista di Azione e la destra di governo.