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Bruxelles salva la Salis, l’Italia indaga i poliziotti che fermano i criminali

Il voto sulla revoca dell’immunità a Ilaria Salis slitta ancora. E mentre lei resta intoccabile, i poliziotti che hanno fermato un killer finiscono indagati.

Niente voto per Salis: tutto rinviato senza spiegazioni ufficiali

Ilaria Salis può tirare un sospiro di sollievo. Il voto sulla revoca della sua immunità parlamentare, richiesto dall’Ungheria, è stato rinviato a data da destinarsi. La decisione era nell’aria da giorni, e ora è ufficiale: la Commissione Affari giuridici del Parlamento europeo non affronterà il caso il 24 giugno, come inizialmente previsto. A confermare il rinvio è stata la stessa eurodeputata con un post social in cui ringrazia per la “solidarietà ricevuta” e attacca l’“estrema destra alleata di Orban”.

Il motivo del rinvio non è chiaro. Si parla di un ritardo da parte del relatore incaricato, lo spagnolo Adrián Vázquez Lázara, che non avrebbe ancora depositato la relazione. Le ipotesi parlano di un possibile slittamento a metà luglio o addirittura a settembre, dopo la pausa estiva.

La sinistra difende, la destra attacca: “Salis intoccabile”

Secondo il gruppo The Left, il rinvio sarebbe motivato dalla “mancanza di consenso” interno alla commissione, e dalla volontà di non esporre un’eurodeputata a un processo “politicizzato” in Ungheria. Una tesi ribadita anche da Salis, che continua a definirsi “vittima” di una campagna orchestrata da Orban.

Dall’altra parte, le reazioni nel centrodestra non si sono fatte attendere. Il co-presidente del gruppo Ecr, Nicola Procaccini, ha parlato di un “caso vergognoso”, denunciando la lentezza della procedura rispetto ad altri casi simili. «Ilaria Salis è già stata condannata per vari reati, con sentenze definitive – ha detto – ed è stata citata ben 29 volte dalle autorità. Le accuse sono anteriori al mandato, l’immunità non può coprirla».

Sardone: “Piange e la giustizia si ferma, è inaccettabile”

Durissima anche la posizione dell’eurodeputata leghista Silvia Sardone, che ironizza sull’emotività della neodeputata: «Il pianto di Salis ha funzionato. Mentre per altri la revoca dell’immunità avviene in pochi giorni, per lei si aspetta da un anno. Ora pure il rinvio, senza spiegazioni».

Secondo Sardone, siamo di fronte a un’evidente disparità di trattamento: «La sinistra si è mobilitata per impedirle di affrontare il processo. Ma la giustizia deve essere uguale per tutti. Non si può continuare a nascondersi dietro uno status parlamentare. Salis deve smetterla di sottrarsi al giudizio e affrontare le sue responsabilità».