Della Valle attacca Salis: “Nessuna dignità, impari da Enzo Tortora”
Lo storico avvocato di Enzo Tortora, Raffaele Della Valle, critica duramente Ilaria Salis e il Parlamento europeo: “Scappi dal processo, non ha dignità”
“Tortora non fuggì, Salis sì: siamo lontani anni luce”
Una critica frontale quella dell’avvocato Raffaele Della Valle, protagonista della storica difesa di Enzo Tortora. Il legale non risparmia attacchi a Ilaria Salis, europarlamentare di Alleanza Verdi Sinistra, che ha chiesto tramite video-appello di non perdere l’immunità parlamentare per evitare il processo in Ungheria.
«Chiedere, addirittura con un “video-appello”, che non gli venga revocata l’immunità mi sembra una mancanza di dignità assoluta», afferma Della Valle. E ricorda: «Tortora nel 1985, pur essendo europarlamentare, si dimise per affrontare gli arresti. Questa donna, invece, si è sempre proclamata paladina dei diritti e ora fa un’autorete incredibile. Non scappi ed affronti il processo con dignità. Siamo lontani anni luce da ciò che rappresentava Tortora».
“Si difenda nel processo, non fuori”
Alla convinzione espressa dalla Salis che i giudici ungheresi siano prevenuti nei suoi confronti, Della Valle replica con durezza: «Per favore. All’epoca mi spesi affinché fosse processata con tutte le garanzie. Dopo tanto clamore mediatico, è difficile che il dibattimento non rispetti i canoni dello Stato di diritto. Si difenda nel processo, non fuori».
Poi, una distinzione netta: «Tortora non aveva fatto nulla. Nel caso Salis, invece, il fatto c’è – il pestaggio di manifestanti di destra – e ora si dovrà giudicare».
“Bruxelles traccheggia, prevale la politica più degradata”
Della Valle punta il dito anche contro il Parlamento europeo: «C’è troppo traccheggiare, si fa melina prima di decidere. È un ritardo sospetto. Ancora una volta prevale la politica, ma quella più degradante».
Commosso, torna poi sulla figura di Tortora: «Mi colpì il decoro con cui rispondeva in aula. Sembrava quasi indisponente agli occhi dei magistrati, ma aveva il coraggio della sua innocenza. Sfidò i giudici con fermezza, pur essendo malato. Credeva nella giustizia, e la sua non era una critica distruttiva, ma una battaglia per i diritti di tutti».
“La giustizia oggi è landinizzata”
Della Valle si sofferma anche sul rapporto tra politica e magistratura, parlando di “giustizia landinizzata”: «Alcuni magistrati oggi fanno politica, come Landini. Scendono dai tribunali con la Costituzione in mano. Vorrei che alzassero meno cartelli e aprissero di più i cervelli».
E accusa: «La loro indipendenza è una finzione. La storia del “porto delle nebbie”, di “Mani pulite”, del G7 di Napoli, e il caso Palamara, chiuso troppo in fretta, dovrebbero far riflettere».
Infine, il suo auspicio: «Serve aria nuova nella giustizia. Una giustizia credibile, limpida, che realizzi il principio del giusto processo. Tutti i cittadini dovrebbero volerlo».