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Feltri difende latino e poesie a memoria: “La scuola per andare avanti deve tornare indietro”

Il direttore de Il Giornale sostiene la reintroduzione del latino in seconda media e dell’apprendimento mnemonico, elogiando la scuola di una volta.

Il latino come guida per comprendere meglio l’italiano

Con uno dei suoi soliti interventi provocatori e lucidi, Vittorio Feltri, direttore editoriale de Il Giornale, ha dichiarato in un video pubblicato su YouTube il proprio pieno appoggio alla decisione del Ministro Giuseppe Valditara di reintrodurre il latino obbligatorio dalla seconda media. Secondo il noto giornalista, “la scuola italiana, per migliorare, deve fare un passo indietro”, riscoprendo quegli strumenti educativi tradizionali che avevano formato generazioni di studenti.

Per Feltri, lo studio del latino non è un esercizio accademico fine a se stesso, ma un vero e proprio strumento formativo: “Il latino è educativo, è una guida alla comprensione dell’italiano. Chi lo studia ha una marcia in più rispetto a chi lo ignora”. A queste parole ha fatto eco un richiamo forte alla memoria come competenza didattica: “Le poesie di Pascoli, di altri grandi autori, ci venivano fatte studiare a memoria e questo ci arricchiva nel linguaggio e nell’espressione”.

La memoria non è un fardello, ma un potenziamento del pensiero

Nel suo intervento, Feltri ha respinto con fermezza l’idea che tali pratiche siano un “peso” per gli studenti. Al contrario, le ha descritte come fondamentali per consolidare capacità logiche e linguistiche: “Non si impone un carico aggiuntivo, ma si fa un favore ai ragazzi, offrendo loro strumenti per ragionare meglio e parlare con più precisione”. Una scuola che stimola la mente, anziché ridurla a uno schermo.

La posizione del direttore si colloca in un momento di acceso dibattito sulla riforma scolastica proposta da Valditara, che punta a restituire centralità a contenuti culturali forti, allontanandosi da un approccio ritenuto da molti troppo superficiale e orientato solo alla praticità.

Nostalgia per la scuola del passato: “Prima si studiava sul serio”

I commenti sotto il video pubblicato sui canali social de Il Giornale confermano che una parte dell’opinione pubblica condivide pienamente la visione espressa da Feltri. Numerosi utenti hanno espresso approvazione per il ritorno del latino e delle poesie a memoria, con frasi come: “Lo studio del latino forma la mente” e “Il ’68 ha distrutto la scuola italiana”.

C’è anche chi manifesta preoccupazione per il futuro degli studenti di oggi, ritenuti troppo abituati a supporti digitali per riuscire ad affrontare un percorso scolastico più esigente: “Questi ragazzi non sono pronti, non hanno la disciplina mentale necessaria”. Il dibattito sembra quindi riaprirsi sul valore del rigore nello studio, tra nostalgia per la “scuola seria” e il timore che le nuove generazioni non siano più in grado di sostenerla.