Schlein telefona a Meloni e attacca: “L’Italia non si schieri con Trump contro l’Iran”
La leader del Pd chiede al governo una presa di posizione chiara contro l’intervento USA in Iran: “L’Italia ripudia la guerra, difenda la pace”.
La telefonata tra Schlein e Meloni: “No all’uso delle basi italiane”
Elly Schlein non ha perso tempo. Appresa la notizia dell’attacco statunitense contro l’Iran, ha subito contattato la premier Giorgia Meloni. Una lunga conversazione per esprimere “grave preoccupazione” per l’ingresso degli USA nel conflitto tra Israele e Teheran, un’escalation che – secondo la segretaria del Pd – “può infiammare il mondo”. Ma soprattutto, un confronto per chiedere chiarimenti sulle intenzioni del governo e ribadire il secco “no” del Partito Democratico a ogni forma di sostegno all’operazione voluta da Donald Trump.
In una nota ufficiale, Schlein ha poi rincarato: “Il Governo italiano dica con chiarezza che non parteciperà ad azioni militari né consentirà che il nostro territorio possa essere utilizzato per fornire sostegno a una guerra che la comunità internazionale deve provare a fermare prima che sia troppo tardi, e si impegni per la de-escalation e per far tornare tutti gli attori coinvolti al tavolo negoziale, anche per difendere il Trattato di non proliferazione nucleare. L’Italia ripudia la guerra e vuole la pace”.
I dem con l’ONU, ma temono una deriva filo-Trump
“Non schierare l’Italia con Trump”. È questo l’allarme lanciato dalla leader dem, che accusa l’ex presidente americano di aver gettato benzina sul fuoco. “Trump diceva che avrebbe portato la pace e messo fine ai conflitti, e invece lancia le bombe in Iran e infiamma il mondo, aprendo la strada a una pericolosa escalation globale”. Alle 18, Schlein ha convocato una riunione della segreteria del partito. “Facciamo nostre le parole del segretario generale delle Nazioni Unite Guterres contro l’uso della forza, per il rispetto del diritto internazionale e per il ritorno immediato alla via negoziale”.
Le reazioni: da Conte a Calenda, un fronte trasversale contro l’intervento
Durissimo anche il commento di Giuseppe Conte, che scrive: “Trump adotta la dottrina Netanyahu: la pace attraverso la forza. Questo significa licenza di calpestare il diritto internazionale e rischia di produrre sempre maggiore instabilità: se abbandoniamo la via negoziale e degli sforzi diplomatici, anche le peggiori autocrazie, per garantirsi sopravvivenza, si danneranno per riempire i propri arsenali, soprattutto di testate atomiche”.
L’ex premier denuncia inoltre la confusione all’interno del governo: “Il governo va in ordine sparso. Il ministro degli Esteri Tajani si augura che dopo questo attacco si possa arrivare alla de-escalation. Per il ministro della Difesa Crosetto, all’opposto, si apre una crisi molto più grande. Mentre Meloni metterà ancora una volta la testa sotto la sabbia, come fa da tre anni, esprimendo ‘forte preoccupazione’? Per noi più armi e più guerre non sono una via per la pace e la sicurezza. Ucraina, Afghanistan, Libia, Iraq non ci hanno insegnato nulla? Fermatevi”.
Anche Nicola Fratoianni (Avs) chiede che il governo riferisca subito in Parlamento: “Occorre una immediata e decisa iniziativa diplomatica”.
Carlo Calenda lancia una proposta concreta: “Adesso va riportato l’Iran al tavolo e bisogna rifare sul nucleare l’accordo che Obama aveva fatto e che Trump invece ha fatto saltare”.
Per Matteo Renzi, l’esecutivo è irrilevante: “Nessuno stupore nel vedere Meloni e Tajani non toccare palla. Abbiamo un Governo che sulla politica estera è totalmente in balia degli eventi, senza strategia e del tutto irrilevante. La politica estera italiana non esiste: abbiamo leader insignificanti, più inutili che dannosi. Ma questa non mi pare più una notizia, purtroppo. Mai come adesso servirebbero invece leader globali capaci di tenere insieme i principali dossier di politica estera, a cominciare dall’Iran, la Terrasanta, l’Ucraina. E leader europei capaci di affermare una linea diplomatica unitaria dell’Unione”.