Gasparri affonda Conte: “Ha aumentato lui la spesa militare, ha speso 25 miliardi”
Maurizio Gasparri attacca in Aula l’ex premier Giuseppe Conte sulle spese militari, ricordando gli impegni assunti proprio dai suoi governi sul 2% del PIL.
Il presidente dei senatori FI: “Conte ha aumentato le spese per la Difesa, ora non rinneghi i fatti”
È Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato di Forza Italia, a smontare con toni netti la retorica pacifista dell’ex premier Giuseppe Conte, durante la discussione in Aula sulle comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno. “Sulla questione delle spese, i fatti sono fatti,” ha esordito Gasparri, ricordando come proprio Conte, all’epoca presidente del Consiglio, avesse sottoscritto l’impegno a portare al 2% del PIL le spese militari, in linea con gli obiettivi NATO.
25 miliardi alla Difesa con Conte: “È stata una politica previdente”
Gasparri ha citato numeri precisi per dimostrare la coerenza degli atti compiuti dal governo Conte con la linea oggi difesa dall’esecutivo guidato da Meloni: “C’è stato un incremento con 22 schemi di decreto ministeriale tra il 2019 e il 2022. Sono stati spesi 10 miliardi, a cui si è aggiunto un fondo di altri 12 miliardi e mezzo. In totale, parliamo di 25 miliardi destinati alla Difesa”.
“Ed è stato giusto così,” ha aggiunto il senatore forzista, “perché già allora c’erano scenari bellici. È stata una politica previdente. Ma ora non si può negare ciò che è avvenuto”.
“Chi non porta le proprie armi, è destinato a portare quelle degli altri”
Gasparri non ha risparmiato critiche nemmeno ai rapporti che Conte avrebbe intrattenuto con l’allora ministro della Giustizia statunitense, in occasione di incontri con i servizi segreti italiani: “Tutti ricordiamo Giuseppi e il ruolo dei servizi messi a disposizione dell’America. Questi sono i fatti.”
Infine, il senatore di Forza Italia ha sottolineato la necessità di investimenti nella sicurezza nazionale, smontando le facili contrapposizioni tra spesa sanitaria e spesa militare: “È ovvio che se facessimo un referendum chiedendo ‘volete spendere per l’assistenza sanitaria o per la Difesa?’, vincerebbe al cento per cento la sanità. Ma su questi temi non si fanno referendum: sono scelte di alta politica. Senza arsenali pieni non avremmo granai pieni.”