Massimo Cacciari: “Bezos a Venezia? È il funerale della democrazia”
L’ex sindaco di Venezia attacca il lusso sfrenato dell’élite globale: “I 3 milioni? Detraibili. La città resta in agonia nell’indifferenza generale”.
“Bezos? Se fossi sindaco non l’avrei nemmeno invitato”
Il filosofo ed ex primo cittadino di Venezia, Massimo Cacciari, non ha dubbi: il matrimonio di Jeff Bezos nella laguna non è motivo di orgoglio né di riscatto. «Non me ne frega niente. Se fossi ancora sindaco ignorerei mister Amazon e non l’avrei invitato», afferma con tono netto. Per l’intellettuale veneziano, l’idea che un evento del genere possa accendere i riflettori sullo stato di salute della città è una fandonia: «Sono sicuro che nessuna luce brilli e che del nostro destino non interessi nulla a nessuno».
Dietro lo sfarzo del miliardario americano, secondo Cacciari, si cela una narrazione tossica che distorce la realtà: «La montagna di sciocchezze che si dicono serve solo a confondere le acque». Il vero pericolo? L’indistinzione. «Se si infilano in un frullatore Bezos, Venezia, le guerre, Trump, le ingiustizie, la distruzione del pianeta, il capitalismo, l’evasione fiscale, l’overtourism, il lusso e via elencando, esce un liquido in cui nulla è più distinguibile».
Zaia nel mirino: “Paragone con lo sbarco in Normandia è idiozia pura”
Nel mirino dell’ex sindaco finisce anche Luca Zaia, presidente del Veneto, reo di aver difeso Bezos attaccando l’Anpi. Il paragone tra il fondatore di Amazon e i soldati americani che sbarcarono in Normandia è per Cacciari un oltraggio alla ragione: «Sarebbe una barzelletta, o la conferma che all’idiozia non ci sono più limiti». Ma c’è di più: «Zaia conosce la storia. Dunque le sue parole segnalano che la classe dirigente dell’Occidente si è bruciata il cervello e che esiste un disegno per smantellare i valori democratici fondati sulla resistenza alle dittature».
Il lusso ostentato di Bezos a Venezia, secondo Cacciari, è l’ennesima dimostrazione di un sistema che offre aiuto solo se la città accetta di trasformarsi in scenografia: «La si aiuta solo a patto che accetti di essere il palcoscenico a disposizione di chi ha bisogno di visibilità o di ostentare il proprio potere». Chi nega questa realtà, per l’ex sindaco, è simile a chi crede ancora nei «folli proclami sull’Europa».
“La sinistra ha lasciato campo libero ai neo-liberisti. Il matrimonio di Bezos è un simbolo del crollo”
Per Cacciari, il problema non è solo Bezos, ma l’intero sistema che lo consente e lo celebra. Un sistema che affonda le sue radici nella rinuncia della sinistra a combattere sul piano economico e sociale. «Da decenni la sinistra lascia via libera ai neo-liberisti. Scopre a Venezia il loro disastro? Mille persone possiedono il doppio del Pil italiano».
Nemmeno la donazione annunciata dal magnate americano, tre milioni di euro, riesce a risollevare il giudizio del filosofo: «Briciole sparse perché detraibili dalle tasse grazie alle Fondazioni. Venezia nemmeno se ne accorge». Per Cacciari, il punto è un altro: «Il denaro è l’ultimo dio dell’umanità. Se l’oro è dio, il muro della democrazia crolla».
Quel matrimonio blindato, riservato, inaccessibile, non è solo una questione mondana: è un segnale politico e simbolico. «Il matrimonio veneziano di Bezos non può essere aperto e democratico: per questo dimostra che mattone dopo mattone il muro sociale dell’Occidente viene giù».